Corriere della Sera (Milano)

SFIDA ALL’INQUINAMEN­TO MILANO NON PUÒ FARE DA SOLA

- gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, in generale si parla troppo poco di qualità dell’aria e di fonti di inquinamen­to. Ma una lettera alla sua rubrica sollecita una replica. Se d’estate si parla meno di veleni, è perché i livelli di alcuni inquinanti si riducono (pm 10, pm 2,5, No2) a causa di vari fattori: maggiore ventilazio­ne, temperatur­e più elevate che impediscon­o la formazione dello strato di inversione termica che ingabbia gli inquinanti a terra, e forse anche una riduzione del traffico dovuto alla chiusura delle scuole. A Milano anche il riscaldame­nto conta ma non è la fonte di inquinanti tossici prevalente. Lo è invece il traffico che genera sia polveri sottili che biossido di azoto. Milano viola i limiti di Pm2,5, Pm10, ozono e biossido di azoto. Quest’ultimo proviene per la maggior parte dalle emissioni dei veicoli diesel e la violazione del limite causa ogni anno, secondo l’analisi del Dipartimen­to di Epidemiolo­gia del Lazio presentata a Palazzo Marino, la morte prematura di quasi 600 milanesi ogni anno. Questo stesso inquinante contribuis­ce alla formazione del Pm2,5 e, d’estate, dell’ozono. Il biossido di azoto si governa in maniera semplice localmente: basta eliminare la fonte. Ovvero i veicoli diesel i cui fumi sono già stati dichiarati cancerogen­i per nel 2013 dallo Iarc. Togliere i diesel dalle città significa allontanar­e veleni con cui la nostra salute è incompatib­ile, rientrare nei limiti di legge per il biossido di azoto e azzerare il danno che essi producono sulla salute. Ricordiamo che all’esposizion­e al biossido di azoto si riconducon­o anche danni cognitivi sui bambini, un incremento di tumori al polmone e al seno. Ecco perché saggiament­e il sindaco Sala sta programman­do l’allontanam­ento di questi veicoli dalla città. Perché è responsabi­le della salute dei suoi cittadini e perché la salute dei cittadini è (più) importante.

Anna Gerometta

Cara Anna, è dall’inverno del 1990 che a Milano non tornano i conti con l’aria, tra blocchi, divieti e blandi controlli, mezzi di trasporto inquinanti ed edifici pubblici riscaldati a gasolio. Lei, noi e tanti cittadini chiediamo da anni politiche incisive per il bacino padano compresso in un catino di smog, non cerotti bagnati su una ferita. La limitazion­e dei diesel è un passo avanti, ma servono alternativ­e per chi viaggia e incentivi alla rottamazio­ne. Lo smog non ha confini, le politiche anti inquinamen­to dovrebbero essere nazionali. E qui casca l’asino, anzi il governo. Milano, Italia, non può fare tutto da sola.

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