Corriere della Sera (Milano)

Gay pride, festa per 250 mila Sala: «Questa è casa vostra»

La marcia dei 250 mila Il sindaco al governo: «La città è un avamposto» La Regione diserta ma spunta Forza Italia

- di Pierpaolo Lio

Oltre 250 mila persone (secondo gli organizzat­ori) hanno sfilato ieri, tra musica e bandiere arcobaleno, in una Pride Parade da record. In corteo il sindaco Beppe Sala: «Milano è l’avamposto organizzat­o da cui fare ripartire la risposta dei diritti».

La marea arcobaleno travolge festosamen­te Milano: 250 mila persone — è la stima degli organizzat­ori — sfilano per l’orgoglio omosessual­e al tradiziona­le corteo del Pride. All’ostilità di parte del nuovo governo penta-leghista (lungo il serpentone sono tante le repliche alle posizioni del neoministr­o alla Famiglia, Lorenzo Fontana) rispondono con una parata da record chiusa dal flash mob che sventola un’infinita serie di bandiere, tricolori da una parte, arcobaleno dall’altra.

Dietro lo striscione «Civili ma non abbastanza», slogan scelto per la manifestaz­ione, arriva per il terzo anno il sindaco Beppe Sala, che sfida il nuovo esecutivo: «Milano è l’avamposto organizzat­o da cui fare ripartire la riscossa dei diritti», annuncia. Con un nuovo punto di riferiment­o: una casa rifugio per ragazze e ragazzi omosessual­i costretti a lasciare il luogo dove sono cresciuti perché rifiutati, non accettati dalla famiglia, discrimina­ti o isolati a causa del loro orientamen­to sessuale. Come già promesso dodici mesi fa, nascerà in uno stabile di via Sommacampa­gna, vicino a viale Jenner, in un bene confiscato alle mafie assegnato ad Arcigay e alla cooperativ­a «Lotta all’emarginazi­one» che, dopo la ristruttur­azione dell’appartamen­to, potranno accogliere fino a cinque giovani.

Il Pride «più grande mai visto a Milano» — parola dell’assessore alle Politiche sociali, Pierfrance­sco Majorino — sfila come da tradizione da piazza Duca d’Aosta fino al quartiere gay friendly di Porta Venezia. Ad aprire la parata sono le famiglie arcobaleno, seguite dai carri delle associazio­ni e dei tanti sponsor commercial­i, in una festa che coinvolge sempre più persone. Dal palco, il sindaco promette di essere sempre al fianco della comunità Lgbt, «non solo lo spazio di una giornata, ma tutto l’anno». «Abbiamo il dovere di credere nel cambiament­o, perché Milano migliora cambiando, diventando sempre più aperta, libera e contempora­nea». Per

Il Comune

Uno spazio confiscato alla mafia diventerà presto rifugio per ragazzi e ragazze rifiutati dopo avere fatto outing

De Corato

Tantissimi milanesi non vogliono questa sfilata e non approvano provvedime­nti come le unioni civili

questo, assicura Sala, «Milano è casa vostra. I vostri colori sono i colori di Milano. Vi difenderem­o da quelli che combattono il diritto a mostrare la propria personalit­à e da chi mette in discussion­e che le diverse personalit­à portano valore». Al suo fianco Majorino promette «la più grande campagna contro l’omotransfo­bia nelle scuole che sia mai stata fatta in questo Paese».

Il Comune c’è, manca quest’anno il Pirellone, che per la prima volta da tempo non ha concesso il patrocinio (in precedenza il sostegno era sempre arrivato dall’assemblea lombarda, mai dalla giunta). L’eurodeputa­to pd Daniele Viotti lancia allora la campagna social «La Regione che non c’è»: «Le istituzion­i lombarde — denuncia — stanno provando a spegnere i riflettori sui diritti Lgbt. Il mancato patrocinio è un segnale che non può essere messo a tacere». Per Riccardo De Corato, assessore lombardo alla Sicurezza, però «sono tantissimi i milanesi che non vogliono questa sfilata». Spicca allora la presenza «per la prima volta» alla manifestaz­ione del consiglier­e comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico: «Da liberale ho voluto unirmi a questa variopinta marcia — spiega — perché sono fermamente convinto dell’importanza del riconoscim­ento dei diritti civili in uno stato laico dove la Costituzio­ne garantisce pari dignità a tutti i cittadini, senza distinzion­e di genere e di orientamen­to sessuale. Così facendo ho voluto manifestar­e contro l’omofobia».

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Colorati Il Milano Pride ha visto sfilare dalla Centrale a piazza Oberdan migliaia di persone con lo slogan: «Civili, ma non abbastanza»
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(LaPresse) Striscione Il sindaco Beppe Sala (nono da sinistra) ha sfilato con altri amministra­tori portando lo striscione con lo slogan della giornata: «Civili ma non abbastanza»
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