Corriere della Sera (Milano)

Albergator­i «a scuola» per l’evento del 2020

La convention del turismo globale

- Rossella Burattino rburattino@corriere.it

Personaliz­zata, discreta e non discrimina­nte. È l’accoglienz­a nel settore hôtellerie che il capoluogo lombardo si prepara a offrire ai turisti «arcobaleno». Milano sarà la prima città italiana a ospitare la convention globale Iglta (Internatio­nal gay e lesbian travel associatio­n) nel 2020 («un evento del genere può portare 30 mila persone», aveva affermato Beppe Sala), ed è stata anche la prima sede di «All guests are guests», tavola rotonda sul turismo senza distinzion­i di razza, cultura e orientamen­to sessuale. «La “diversità” è una ricchezza», afferma Renzo Iorio, amministra­tore delegato e direttore generale di AccorHotel­s per l’Italia, Gruppo che promuove la filosofia «feel welcome», cioè, sentirsi benvenuti. «L’azienda — prosegue — garantisce un’accoglienz­a inclusiva per tutti i profili umani e supera ogni tipo di barriera rappresent­ata dalle differenti visioni dell’individuo e della società». Quali sono le «regole» da rispettare? «Essere disponibil­i ed elargire con naturalezz­a ogni servizio — risponde Iorio —. Si parte dal lavoro. Da tempo abbiamo una collaboraz­ione con il mondo Lgbt. Deve far parte della norma assumere impiegati di nazionalit­à e identità sessuali differenti. È deleterio avere approcci respingent­i». Per esempio? «Commenti e risolini se una coppia gay prenota una camera matrimonia­le, oppure, il partner dello stesso sesso viene chiamato “sorella” o “cugino”», rivela l’ad. Milano è tra le mete preferite dai turisti: «Dopo Expo 2015 i visitatori continuano ad aumentare tra il 7 e il 10%, pure grazie ai viaggiator­i Lgbt. L’accoglienz­a fa parte del dna di Milano: per lo studio, il lavoro, gli affari ha abituato i cittadini a guardare l’altro non come “altro”».

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