SE LA CIVILTÀ SI MISURA CON I LITIGI
Aleggere i risultati di talune ricerche statistiche, si stenta a credere che corrispondano alla realtà. L’esempio più recente lo cita Cittadinanzattiva e riguarda lo stato della giustizia civile e amministrativa in Europa. Qual è il paese più litigioso? È l’istintiva domanda che ci poniamo pensando subito, confessiamolo, all’Italia, a noi stessi. E invece un documento della commissione Ue, lo Justice Scoreboard 2018, che ha come anno di riferimento il 2016, ci dice che il primato lo detiene la Danimarca con 38,8 processi ogni cento abitanti. L’Italia invece vanta appena sei processi civili ogni 100 abitanti. Solo sei, capite? È o non è una notizia sorprendente? Ma a vantaggio di Copenaghen c’è un altro dato che deve farci riflettere: lassù la sentenza in una causa civile arriva dopo sole tre settimane mentre in Italia ci vuole più di un anno, 387 giorni per la precisione. I cultori delle statistiche arrivano a una conclusione paradossale: più i cittadini litigano e meglio è, nel senso che più cause si intentano in un paese e più rapidamente si risolvono! Qui siamo liberi di sorridere scettici. C’è, poi, a nostra consolazione, uno studio sulla cause civili pendenti in Italia. Nel 2013 erano più di 4,6 milioni. Nel 2017 sono diminuite di un milione! Non è strabiliante? Ci siamo costruiti una brutta fama e non osiamo pensare che forse siamo migliori di quello che crediamo. Ripeto: forse.