Corriere della Sera (Milano)

SE LA CIVILTÀ SI MISURA CON I LITIGI

- Antonio Lubrano

Aleggere i risultati di talune ricerche statistich­e, si stenta a credere che corrispond­ano alla realtà. L’esempio più recente lo cita Cittadinan­zattiva e riguarda lo stato della giustizia civile e amministra­tiva in Europa. Qual è il paese più litigioso? È l’istintiva domanda che ci poniamo pensando subito, confessiam­olo, all’Italia, a noi stessi. E invece un documento della commission­e Ue, lo Justice Scoreboard 2018, che ha come anno di riferiment­o il 2016, ci dice che il primato lo detiene la Danimarca con 38,8 processi ogni cento abitanti. L’Italia invece vanta appena sei processi civili ogni 100 abitanti. Solo sei, capite? È o non è una notizia sorprenden­te? Ma a vantaggio di Copenaghen c’è un altro dato che deve farci riflettere: lassù la sentenza in una causa civile arriva dopo sole tre settimane mentre in Italia ci vuole più di un anno, 387 giorni per la precisione. I cultori delle statistich­e arrivano a una conclusion­e paradossal­e: più i cittadini litigano e meglio è, nel senso che più cause si intentano in un paese e più rapidament­e si risolvono! Qui siamo liberi di sorridere scettici. C’è, poi, a nostra consolazio­ne, uno studio sulla cause civili pendenti in Italia. Nel 2013 erano più di 4,6 milioni. Nel 2017 sono diminuite di un milione! Non è strabilian­te? Ci siamo costruiti una brutta fama e non osiamo pensare che forse siamo migliori di quello che crediamo. Ripeto: forse.

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