Movida violenta, scatta la linea dura
Interrogati i quattro aggressori. Boeri, Triennale: zona fuori controllo, serve un presidio fisso. L’ira dei comitati Rissa e coltellate all’Old Fashion, ferito Bettarini junior. Il questore pronto a chiudere il locale
Nelle prossime il questore Marcello Cardona potrebbe far sospendere l’attività dell’«Old Fashion» di viale Alemagna dopo l’aggressione di ieri all’alba a Niccolò Bettarini. Identificati i responsabili: sono due ultrà dell’Inter e due cittadini albanesi. L’accusa è tentato omicidio. Stefano Boeri, presidente Triennale: «Zona fuori controllo». Denunce anche dai comitati.
Potrebbe essere firmato nelle prossime ore il provvedimento del questore, Marcello Cardona, che sospenderà l’attività della discoteca «Old Fashion» di viale Alemagna dopo l’aggressione ieri all’alba a Niccolò Bettarini. Il figlio della celebre coppia Simona Ventura-Stefano Bettarini è stato ferito a pochi passi dal locale, al termine di una lite. Niccolò interviene per difendere un amico dagli aggressori. Lo raggiungono una decina di fendenti: al Niguarda riscontrano lesioni superficiali da taglio su tronco, addome e a un braccio, con una lesione al tendine per cui sarà operato nei prossimi giorni.
«La situazione in viale Alemagna è ormai incontrollabile», protesta Stefano Boeri, presidente della Triennale, «vicino» della discoteca. «Da tempo abbiamo sensibilizzato le autorità competenti sull’ordine pubblico — si sfoga l’architetto —: qui sono stati arrestati nove spacciatori un mese fa, e trovate persone armate di pistole, ma finché non ci sarà un presidio fisso dello spazio, non ci sarà niente da fare. Ma è uno scandalo».
Gli aspetti chiave sui quali si stanno concentrando i poliziotti fin da ieri mattina sono due. Il primo è la dinamica dell’aggressione. Si è trattato di una lite in due tempi: iniziata all’interno, finita con l’accoltellamento all’esterno. Una ricostruzione che rientra quasi d’ufficio negli eventi di solito alla base per una sospensione della licenza. Negli uffici della questura stanno poi valutando i precedenti, e cioè tutti gli interventi fatti da polizia e carabinieri per fatti
Stefano Boeri Serve un presidio fisso, la situazione ormai è scandalosa
in qualche modo connessi alla discoteca. Quando avranno in mano tutti gli atti per comporre un quadro più definito, la questura valuterà se ci sono gli elementi per una sospensione della licenza e quanto dovrà durare (di solito una, due settimane o un mese). L’eventuale chiusura temporanea dell’«Old Fashion» rientra in una più generale linea molto severa del questore Cardona che, nella strategia di prevenzione e controllo del territorio, s’è concentrata molto su bar e locali problematici, arrivando a oltre cento «chiusure» in un anno.
Sul fronte movida lavorano anche i vigili: nel fine settimana appena trascorso, tutta l’attenzione, oltre che sui Navigli, era focalizzata sull’area intorno a Porta Venezia, eletta a «base» dagli organizzatori del Pride. La polizia locale è intervenuta in particolare contro l’abusivismo e per far rispettare l’ordinanze del Comune contro il vetro, che ha portato a sanzioni per tre esercizi commerciali e a numerosi sequestri di bottiglie e lattine a venditori fai da te. In Darsena, altro gettonatissimo ritrovo serale in città, l’ordinanza entrata in vigore agli inizi di giugno estende il divieto anche ai tappi delle bottiglie di plastica, sul modello dei concerti nei palazzetti, e dichiara la zona off limits per lo street food. Mentre alle vicine Colonne di San Lorenzo s’è intervenuto anche sull’illuminazione, triplicata, per garantire maggiore sicurezza. E presto, in alcune zone del divertimento come corso Como, ma non solo, Palazzo Marino farà installare nuove telecamere. Rapporto storicamente complesso quello tra Milano e il popolo del divertimento notturno. Eccessi d’alcol, spaccio, risse, schiamazzi, microcriminalità, venditori e tassisti abusivi, sporcizia: è lunga la lista di lamentele dei residenti. Gabriella Valassina del comitato Navigli è fresca dell’ultimo sopralluogo del 23 giugno: «La situazione non è migliorata. Gli abitanti del quartiere ci scrivono che di notte avviene di tutto e di più». Mentre Franco Spirito, referente per l’Arco della Pace, lamenta l’assenza di vigilanza. «Con centinaia di persone alticce è facile che scatti la scintilla». Il quadro tratteggiato dal Municipio 1 è invece meno drastico. Il presidente Fabio Arrigoni parla di «danni ad auto e aree gioco» dopo le serate brave. «Ma nelle discoteche si concentrano problemi diversi da quelli della movida». Tema a cui il Silb lavora da tempo con la prefettura. Roberto Cominardi, presidente dell’associazione e titolare dell’«Old Fashion», ricorda: «Consigliamo a tutti i gestori di installare telecamere, io ne ho 33. Il personale che fa selezione all’ingresso verifica che i clienti non abbiano armi. Episodi violenti sono l’eccezione alla regola».
Roberto Cominardi Consiglio a tutti i gestori di installare le telecamere