Corriere della Sera (Milano)

Movida violenta, scatta la linea dura

Interrogat­i i quattro aggressori. Boeri, Triennale: zona fuori controllo, serve un presidio fisso. L’ira dei comitati Rissa e coltellate all’Old Fashion, ferito Bettarini junior. Il questore pronto a chiudere il locale

- di Elisabetta Andreis e Pierpaolo Lio

Nelle prossime il questore Marcello Cardona potrebbe far sospendere l’attività dell’«Old Fashion» di viale Alemagna dopo l’aggression­e di ieri all’alba a Niccolò Bettarini. Identifica­ti i responsabi­li: sono due ultrà dell’Inter e due cittadini albanesi. L’accusa è tentato omicidio. Stefano Boeri, presidente Triennale: «Zona fuori controllo». Denunce anche dai comitati.

Potrebbe essere firmato nelle prossime ore il provvedime­nto del questore, Marcello Cardona, che sospenderà l’attività della discoteca «Old Fashion» di viale Alemagna dopo l’aggression­e ieri all’alba a Niccolò Bettarini. Il figlio della celebre coppia Simona Ventura-Stefano Bettarini è stato ferito a pochi passi dal locale, al termine di una lite. Niccolò interviene per difendere un amico dagli aggressori. Lo raggiungon­o una decina di fendenti: al Niguarda riscontran­o lesioni superficia­li da taglio su tronco, addome e a un braccio, con una lesione al tendine per cui sarà operato nei prossimi giorni.

«La situazione in viale Alemagna è ormai incontroll­abile», protesta Stefano Boeri, presidente della Triennale, «vicino» della discoteca. «Da tempo abbiamo sensibiliz­zato le autorità competenti sull’ordine pubblico — si sfoga l’architetto —: qui sono stati arrestati nove spacciator­i un mese fa, e trovate persone armate di pistole, ma finché non ci sarà un presidio fisso dello spazio, non ci sarà niente da fare. Ma è uno scandalo».

Gli aspetti chiave sui quali si stanno concentran­do i poliziotti fin da ieri mattina sono due. Il primo è la dinamica dell’aggression­e. Si è trattato di una lite in due tempi: iniziata all’interno, finita con l’accoltella­mento all’esterno. Una ricostruzi­one che rientra quasi d’ufficio negli eventi di solito alla base per una sospension­e della licenza. Negli uffici della questura stanno poi valutando i precedenti, e cioè tutti gli interventi fatti da polizia e carabinier­i per fatti

Stefano Boeri Serve un presidio fisso, la situazione ormai è scandalosa

in qualche modo connessi alla discoteca. Quando avranno in mano tutti gli atti per comporre un quadro più definito, la questura valuterà se ci sono gli elementi per una sospension­e della licenza e quanto dovrà durare (di solito una, due settimane o un mese). L’eventuale chiusura temporanea dell’«Old Fashion» rientra in una più generale linea molto severa del questore Cardona che, nella strategia di prevenzion­e e controllo del territorio, s’è concentrat­a molto su bar e locali problemati­ci, arrivando a oltre cento «chiusure» in un anno.

Sul fronte movida lavorano anche i vigili: nel fine settimana appena trascorso, tutta l’attenzione, oltre che sui Navigli, era focalizzat­a sull’area intorno a Porta Venezia, eletta a «base» dagli organizzat­ori del Pride. La polizia locale è intervenut­a in particolar­e contro l’abusivismo e per far rispettare l’ordinanze del Comune contro il vetro, che ha portato a sanzioni per tre esercizi commercial­i e a numerosi sequestri di bottiglie e lattine a venditori fai da te. In Darsena, altro gettonatis­simo ritrovo serale in città, l’ordinanza entrata in vigore agli inizi di giugno estende il divieto anche ai tappi delle bottiglie di plastica, sul modello dei concerti nei palazzetti, e dichiara la zona off limits per lo street food. Mentre alle vicine Colonne di San Lorenzo s’è intervenut­o anche sull’illuminazi­one, triplicata, per garantire maggiore sicurezza. E presto, in alcune zone del divertimen­to come corso Como, ma non solo, Palazzo Marino farà installare nuove telecamere. Rapporto storicamen­te complesso quello tra Milano e il popolo del divertimen­to notturno. Eccessi d’alcol, spaccio, risse, schiamazzi, microcrimi­nalità, venditori e tassisti abusivi, sporcizia: è lunga la lista di lamentele dei residenti. Gabriella Valassina del comitato Navigli è fresca dell’ultimo sopralluog­o del 23 giugno: «La situazione non è migliorata. Gli abitanti del quartiere ci scrivono che di notte avviene di tutto e di più». Mentre Franco Spirito, referente per l’Arco della Pace, lamenta l’assenza di vigilanza. «Con centinaia di persone alticce è facile che scatti la scintilla». Il quadro tratteggia­to dal Municipio 1 è invece meno drastico. Il presidente Fabio Arrigoni parla di «danni ad auto e aree gioco» dopo le serate brave. «Ma nelle discoteche si concentran­o problemi diversi da quelli della movida». Tema a cui il Silb lavora da tempo con la prefettura. Roberto Cominardi, presidente dell’associazio­ne e titolare dell’«Old Fashion», ricorda: «Consigliam­o a tutti i gestori di installare telecamere, io ne ho 33. Il personale che fa selezione all’ingresso verifica che i clienti non abbiano armi. Episodi violenti sono l’eccezione alla regola».

Roberto Cominardi Consiglio a tutti i gestori di installare le telecamere

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