Origami, nidi, sculture Gli artisti di Brera sfrattano il degrado
Via dei Transiti, i giardinetti trasformati in oasi per un giorno
Igiardinetti di via dei Transiti, che nella notte diventano crocevia di spaccio e degrado, sono stati invasi da origami giganti e opere d’arte: merito della performance degli studenti dell’Accademia di Brera che hanno trasformato l’area in un museo per un giorno.
Più che un giardinetto, quella di via dei Transiti, vicino alla fermata della metro Pasteur, è una grande aiuola malmessa dove gli occupanti si alternano con turni precisi: di giorno pensionati, mamme, bambini; di notte senza tetto, spacciatori, sbandati. Il Comune ha pensato di recintarla con una cancellata per proteggerla, almeno all’apparenza, dal degrado. Gli abitanti, però, pare siano contrari. Nell’attesa di una decisione si è inserito il progetto dell’assessorato alla Cultura «Fantasmi del Novecento» con il supporto teorico di Eleonora Fiorani e curato da Maria Fratelli, dirigente Unità case museo e progetti speciali. L’idea è realizzare interventi artistici nei luoghi della città dove serve iniettare energia creativa e bellezza. Per via dei Transiti, segnalata dall’associazione culturale City Art, è stata coinvolta Nada Pivetta, docente all’Accademia di Brera di «Progettazioni di interventi urbani e territoriali», che ha già all’attivo iniziative nella metropolitana milanese. «Con i ventitré studenti del Biennio specialistico di scultura, abbiamo lavorato per l’intero anno accademico, cominciando dall’indagine del territorio, dalle interviste con gli abitanti e proseguendo con gli incontri di studiosi e teorici. Poi siamo passati alla parte creativa pensando ad interventi specifici».
L’incursione artistica, così l’hanno chiamata, è cominciata ieri alle 8 quando i giovani scultori hanno cominciato a montare le opere e a recintare simbolicamente il giardinetto con vasi di fiori. Alle 10 l’inaugurazione, ma a sera tutti i lavori saranno rimossi anche perché sono realizzati con materiali effimeri, come nastri che collegano gli alberi e creano un muro colorato, oppure strutture di sughero che ricordano lanterne orientali con frasi poetiche scritte in cinque lingue. O ancora grandi nidi protettivi in cartone e gommapiuma; sculture in stoffa tagliate da studenti cinesi nella foggia di grandi origami. Ci sono anche lavori interattivi come la tavola sensoriale a forma di chicco di caffè dove le persone possono giocare con la vista, il tatto, l’olfatto e lasciare messaggi; oppure la pavimentazione a forma di goccia (riferimento all’acqua della Martesana) che serve per il gioco dei bambini. Una parte della mostra è poi allestita nella vicina galleria Spazio DoloMiti, in via Dolomiti 11. Tutto con la consapevolezza che un giorno speciale non basta certo a cambiare un luogo, ma forse può suggerire che una trasformazione è possibile e si può cominciare a immaginarla.