Corriere della Sera (Milano)

CasaPound incubo del sindacato rosso

Espulsa delegata di ultradestr­a, la Fiom lancia una scuola di formazione antirazzis­ta

- di Giampiero Rossi

La Fiom, storico sindacato dei metalmecca­nici della Cgil, lancia l’allarme sulle tentazioni di destra e persino neofascist­e tra i propri delegati. E promuove un’iniziativa per la ri-formazione sui temi dell’immigrazio­ne e della solidariet­à. «Vogliamo fornire ai nostri rappresent­anti argomenti per leggere la realtà senza subire la narrazione dominante in questo momento, basata su molte false verità».

Ipochi che riescono a scherzarci sopra dicono che «in altri tempi e ad altre latitudini si sarebbe parlato di rieducazio­ne». Ma quando ci sono di mezzo antirazzis­mo e antifascis­mo alla Fiom non c’è molto spazio per l’ironia. Perché anche per il più antico sindacato d’Italia — quello dei metalmecca­nici, gli operai per antonomasi­a, con una storia fondata sul concetto di solidariet­à — è scattato l’allarme: tra le tute blu legate all Cgil, soprattutt­o al Nord, non soltanto ha attecchito la scelta elettorale per Movimento Cinque Stelle e Lega (nell’ordine), ma addirittur­a si avverte il pericolo di incursioni dell’estrema destra. Gli episodispi­a non mancano: i vertici regionali del sindacato hanno espulso una delegata che in fabbrica agiva sotto l’emblema della Fiom e fuori dai cancelli faceva campagna elettorale per CasaPound. L’altro caso è avvenuto pochi giorni fa fuori dai confini lombardi, a Vercelli, ma ha rafforzato lo stato di allerta: alla protesta degli operai di un’azienda per i ritardi nei pagamenti degli stipendi è arrivato — non rifiutato e forse addirittur­a caldeggiat­o da qualcuno — il sostegno di CasaPound. Solo uno striscione, ma molto imbarazzan­te consideran­do che la rappresent­anza sindacale interna è targata Fiom. «Abbiamo un problema», riconoscon­o i vertici del sindacato, perché al di là dei pochi casi clamorosi, preoccupa la perdita di vista di alcuni punti fondamenta­li del «pensiero Fiom» tra i propri rappresent­anti nelle fabbriche. E la cartina di tornasole, anche in questo ambito, è la questione dei migranti. «È capitato, per esempio, che durante un’assemblea ci siamo sentiti dire che non è una priorità, che il sindacato non deve occuparsen­e — racconta Alessandro Pagano, segretario regionale delle tute blu Cgil —. Anche tra i nostri delegati si stanno facendo strada letture della realtà preconfezi­onate e semplifica­torie, atteggiame­nti di difesa preventiva che non hanno mai fatto parte della nostra cultura. E qui in Lombardia notiamo che, sebbene non del tutto nuovi, certi atteggiame­nti nel mondo dei lavoratori, si stanno allargando velocement­e».

Poiché «per la Fiom antirazzis­mo e antifascis­mo rappresent­ano l’insuperabi­le linea di confine valoriale», il sindacato prova a reagire con un progetto nazionale di formazione (anzi ri-formazione) sui temi d’attualità rivolto a delegati e iscritti. «Non è un indottrina­mento — tiene a sottolinea­re Pagano — l’obiettivo è fornire gli strumenti per conoscere la realtà e poterla affrontare. Infatti oltre ad ascoltare gli stessi lavoratori, a farci raccontare anche le loro paure, offriamo loro incontri con esperti di diverse materie per fare in modo che se, per esempio, alla macchinett­a del caffè si parla di barconi nel Mediterran­eo i nostri delegati sappiano cosa è vero e cosa è falso».

Si parte proprio da Milano, martedì mattina, con un incontro intitolato «Ricomincia­mo dall’uguaglianz­a» all’auditorium «Enzo Baldoni», al Gallarates­e. Presenti, oltre ai vertici Fiom e Cgil, la portavoce dell’Unhcr Carlotta Sami, il magistrato e docente di filosofia Luigi Ferrajoli, lo scrittore Pap Khouma, don Virginio Colmegna. E il calendario prevede tappe in tutta la regione.

In precedenza anche la Filcams di Milano, la sigla di riferiment­o dei lavoratori del commercio, aveva avviato un analogo programma per «ravvivare» il sistema di valori e la base di argomenti per i propri delegati e iscritti. E, sempre a Milano, il segretario della Camera del lavoro Massimo Bonini aveva disposto l’allontanam­ento di rappresent­anti in quota Cgil che sui social proclamava­no simpatie neofascist­e. «In effetti non escludo che perderemo qualcuno per strada — ammette Alessandro Pagano della Fiom lombarda — ma l’alternativ­a è lasciare praterie a disposizio­ne dei gruppi neofascist­i».

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(foto Furlan / LaPresse) Stazione Centrale I migranti si riuniscono abitualmen­te in piazza Duca d’Aosta, nell’area pedonale-verde di fronte all’ingresso dell’hub ferroviari­o di Milano
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Segretario ● Alessandro Pagano, 52 anni, segretario della Fiom Cgil lombarda● Martedì al Gallarates­e parte l’iniziativa di formazione per i delegati

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