Discoteca chiusa, lite sulla movida
Il sindaco: molti luoghi sensibili, bisogna fare i conti con le forze a disposizione. Il centrodestra attacca
La lite nata nel locale, la mancata chiamata alle forze dell’ordine: perciò la discoteca Old Fashion, dopo l’aggressione a Niccolò Bettarini, sarà chiusa per 30 giorni. I titolari pensano al ricorso. Intanto fra sindaco e questore c’è stato un vertice. E sulla sicurezza è scontro politico.
Trenta giorni di chiusura: è l’opzione più severa quella scelta ieri dal questore Marcello Cardona per l’«Old Fashion». Dopo l’accoltellamento di Niccolò Bettarini, figlio della celebre coppia Simona Ventura-Stefano Bettarini, avvenuta nella notte tra sabato e domenica all’esterno del locale, la questura ha deciso di mettere i sigilli per un mese al noto ritrovo delle notti milanesi.
Sono diversi gli elementi che hanno inciso sulla decisione. La gravità del fatto: il ragazzo colpito più volte dal branco, anche una volta finito a terra senza sensi, e poi raggiunto da una decina di fendenti. La dinamica dell’aggressione, arrivata al termine di una lite iniziata all’interno della discoteca di viale Alemagna. La mancata richiesta di aiuto alle forze dell’ordine da parte della security dopo le prime avvisaglie. E i «precedenti», cioè tutti quegli interventi di polizia e carabinieri per fatti in qualche modo connessi all’«Old Fashion». «È emerso un quadro molto allarmante che denota come la discoteca in questione costituisca fonte di pericolo per la sicurezza pubblica», è scritto nelle motivazioni del provvedimento che in base all’art. 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza prevede la possibilità che il questore possa sospendere la licenza di un esercizio «nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini».
Roberto Cominardi, titolare della discoteca, fatica a trattenere la sorpresa. «Stiamo leggendo le motivazioni», si limita a commentare, senza escludere la possibilità di ricorrere contro l’atto della questura. Se ne discuterà alla prossima riunione del comitati per l’ordine pubblico. Intanto, Beppe Sala raccoglie l’allarme lanciato dal presidente della Triennale, Stefano Boeri. Ma prende atto del raggio d’azione limitato dai numeri. «Certamente ci sono da presidiare i luoghi più delicati — concorda il sindaco —. Il problema è che bisogna fare il conto con le forze a disposizione. Ne ho parlato con il questore e ci incontreremo. La riflessione che stiamo facendo è su come schierare le forze, soprattutto nel periodo estivo, per riuscire a fare un po’ tutto». I residenti lamentano il degrado «in gran parte determinato dalla presenza dei due locali notturni (l’altro è il Just Cavalli, ndr)», denunciando «pestaggi, aree verdi devastate, rifiuti e limiti sonori ampiamente superati». Il centrodestra invoca «presidi 24 ore su 24, perché ormai Milano di notte è lasciata allo sbando», aggiunge l’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato. Stessa ricetta suggerita dall’azzurro Fabrizio De Pasquale, secondo il quale «la chiusura della discoteca è una misura mediatica che punisce gli esercenti, vittime e non responsabili della movida selvaggia».
Sala In corso la riflessione su come schierare gli agenti, in estate, per riuscire a fare tutto
In realtà tutta l’area intorno al parco Sempione è da tempo sotto osservazione. Da inizio anno la questura ha organizzato 46 controlli a tappeto con duemila persone identificate. Anche i vigili sono attivi di giorno in particolare contro lo spaccio (da gennaio 25 indagati e sei arrestati) e di notte contro il fenomeno dei parcheggiatori abusivi: durante i 125 sopralluoghi svolti da ottobre 2017 a giugno sono state controllate 45 persone, altre 53 allontanate, con 39 sanzioni e diversi sequestri.
Cominardi Stiamo leggendo le motivazioni del provvedimento per valutare eventuali risposte
I parcheggiatori
In otto mesi 125 sopralluoghi dei vigili urbani: 53 abusivi allontanati, 39 sanzioni