Corriere della Sera (Milano)

Il divorzio da Fs nei piani Trenord «Intesa vicina»

- Gp. R.

«Accordo vicino, non perderemo il controllo di Trenord» ribadisce il presidente della Regione Attilio Fontana dopo aver incontrato l’ad di Fs Renato Mazzoncini. Ma dopo il no secco alla richiesta di cedere l’1 per cento delle quote a Trenitalia, a farsi strada è l’ipotesi di un ritorno al 2011, quando i due partner operavano in Lombardia ciascuno con le proprie strutture e con i propri treni. Un divorzio consensual­e.

Un ritorno al 2011. Sarebbe questa la soluzione che ieri ha messo d’accordo Regione e Fs. Trenitalia, che controlla la società al 50 per cento con Ferrovie nord, vorrebbe conquistar­ne il controllo. Ha chiesto l’1 per cento delle quote — anche a tempo — e in cambio ha promesso oltre un miliardo e mezzo di investimen­ti per l’acquisto dei 161 treni già al centro di reiterati piani e annunci. Ma sin dall’inizio il presidente della Regione Attilio Fontana ha fatto capire che Palazzo Lombardia non si è sentito di fronte a un «prendere-o-lasciare» e ha promesso una soluzione entro la fine di luglio. Ieri, dopo il faccia a faccia con l’ad di Fs Renato Mazzoncini, il governator­e ha detto che la soluzione è vicina, ha ribadito che la Regione «non perderà il controllo» della sua azienda ferroviari­a e ha anche escluso l’entrata in scena di un terzo soggetto. Qual è, dunque, la via d’uscita? A quanto pare il ritorno alla situazione precedente la nascita di Trenord, quando la rete lombarda era suddivisa tra LeNord e Trenitalia, ciascuno con i suoi treni e con le sue infrastrut­ture. Ma è una soluzione in grado di raggiunger­e l’obiettivo dichiarato di migliorare la vita ai pendolari? In Regione c’è chi risponde ricordando che Mazzoncini, sebbene prorogato fino al 2020, è stato nominato da Renzi. Ora, invece, c’è un governo amico. E anche alle Fs il clima potrebbe cambiare.

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