Corriere della Sera (Milano)

Scala, il trionfo del soprano di riserva

La trentenne Mantegna sostituisc­e in corsa la star Yoncheva. «Un panino e in scena»

- di Pierluigi Panza

Il soprano titolare Sonia Yoncheva ha un calo di pressione fra primo e secondo atto e in scena entra la sostituta, Roberta Mantegna. Il «Pirata» alla Scala offre una sorpresa: il trionfo della riserva. A Mantegna, palermitan­a, il pubblico ha riservato un’ovazione. «Durante il giorno sono stata dal posturolog­o, poi prima di arrivare in teatro ho mangiato un panino. Non immaginavo di cantare».

Il Pirata alla Scala: seconda recita, atto secondo. Dopo la gazzarra organizzat­a da una ventina di pseudo loggionist­i alla prima di venerdì, un vero colpo di scena l’altra sera alla seconda rappresent­azione. Il combinato disposto degli insulti a capocchia e del calo di tensione post-prima ha fatto sì che l’altra sera la protagonis­ta, il soprano Sonia Yoncheva, si sia presentata in teatro tesa e affaticata. Ha deciso di cantare lo stesso, ma al termine del primo atto ha avuto un calo di pressione. Trambusto tra i camerini sino alla fine dell’intervallo, poi la decisione: entra la sostituta, l’italiana Roberta Mantegna, al suo esordio alla Scala.

Partire dal ruolo di Imogene al secondo atto del Pirata di Bellini è come salire in bici e per prima cosa scalare il Tourmalet. Ma la Mantegna, trentenne palermitan­a reduce da I masnadieri all’Opera di Roma, l’ha scalato tutto d’un fiato, di gorgheggio in gorgheggio, sino ai calorosi applausi alla chiusura del sipario.

«Il secondo cast è tenuto a stare in teatro — racconta il soprano palermitan­o, diplomata in Pianoforte nel 2009 e in Canto lirico nel 2010 proprio presso il Conservato­rio Vincenzo Bellini della sua città —. Ma mai avrei immaginato di cantare».

La sua «giornata particolar­e» stava procedendo in maniera del tutto normale. «Una giornata serena — racconta —. Ero andata dal posturolog­o che mi aveva fatto un gran male e alle 18 ero stata un’ora e mezza con il pianista per ripassare il ruolo. Poi ero andata al bar a mangiare qualcosa e a inizio recita sono stata allertata perché qualcosa non andava». Quindi?

«Sono salita in camerino, ma non veniva nessuno. Intanto ascoltavo la Yoncheva cantare e mi sono tranquilli­zzata; pensavo stesse meglio con la pressione. Invece, durante l’intervallo, ho sentito gran movimento, un sacco di gente che entrava e usciva dal camerino della Yoncheva. Ma solo negli ultimi cinque minuti, a intervallo quasi sforato, è entrato Toni Gradsack (responsabi­le dei Servizi musicali della Scala, ndr) a dirmi che dovevo cantare. Quando in fretta e furia mi hanno vestita, fatto trucco e parrucco, mi veniva quasi da ridere, sembrava una situazione irreale, esilarante».

Ma forse è meglio esordire così che trascorrer­e notti insonni pensando all’ingresso in scena. «Con un po’ di follia ho affrontato tutto; era più preoccupat­o il mio agente dietro le quinte. Tutti mi rassicurav­ano: macchinist­i, maestri collaborat­ori, coloro che mi hanno visto in questo mese provare. Sì, è quasi più facile entrare in modo brutale: l’attesa logora e ti fa preoccupar­e. Ma avevo fatto un mese intero di prove, mi sentivo sicura e affiatata con gli altri». E come è andata a finire? «Il pubblico aspettava di sentirmi nell’ultima scena, quella della pazzia. Sentivo anche la responsabi­lità di non deluderlo. Ma non mi aspettavo così tanti applausi alla fine. È l’opera più siciliana del siciliano Bellini e io sono palermitan­a! Mi sono trovata benissimo, tra gli artisti c’è un bel gruppo di terroni».

Ha sentito la gazzarra al termine della «prima» di venerdì?

«Non sono d’accordo con i fischi e buu della prima; ci sono ottimi artisti e un ottimo lavoro. È stato bello lavorare con questo regista; era giusto non immaginare una regia particolar­e per Il Pirata: ha messo a proprio agio gli artisti. Certo, è possibile anche la via dell’estrema modernità, tipo ambientare l’opera in manicomio o cose del genere, ma io preferisco questa soluzione. Il maestro Frizza ha maturato la mia voce. La mia insegnante era all’antegenera­le ed era impression­ata. Io e la Yoncheva abbiamo necessità diverse e il maestro ci ha assecondat­e».

Ora si prosegue domani sera, terza rappresent­azione della mitologica opera — mitologica in quanto cantata dalle matriarche della lirica Callas e Caballé. Dovrebbe tornare la Yoncheva. Per la Mantegna, invece, restano per ora fissati gli appuntamen­ti del 14 e 19 luglio.

L’altra sera anche il tenore Pretti appariva un po’ stanco (per lui qualche mugugno) mentre il baritono Alaimo è parso più a proprio agio rispetto alla prima.

 ??  ?? La star ● Sonya Yoncheva, cantante bulgara, 26 anni, interpreta Imogene ne «Il pirata alla Scala»
La star ● Sonya Yoncheva, cantante bulgara, 26 anni, interpreta Imogene ne «Il pirata alla Scala»
 ??  ?? In scena La trentenne siciliana Roberta Mantegna ha fatto martedì sera il suo esordio alla Scala. Il soprano ha sostituito Sonia Yoncheva (che ha accusato un malore) al termine del primo atto
In scena La trentenne siciliana Roberta Mantegna ha fatto martedì sera il suo esordio alla Scala. Il soprano ha sostituito Sonia Yoncheva (che ha accusato un malore) al termine del primo atto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy