«Sacchi pronti in cantina, ansia ogni volta che piove I risarcimenti? Ridicoli»
Da Niguarda all’Isola, ira di residenti e negozianti: nessun avviso
La mattina presto, col nubifragio in corso, non sorridevano per niente. Residenti in trincea, tra Niguarda e l’Isola. Che la situazione fosse critica lo si capiva guardando i loro piedi. Indossavano quasi tutti ciabatte o stivali di gomma.
«Negli anni ci siamo organizzati. I negozianti e i custodi dei palazzi hanno pronti i sacchi per fare barriera, noi scarpe adatte a camminare lungo fiumi di fango. Ma è mai possibile vivere in allerta ogni volta che scoppia un temporale?», scuote la testa Carlo Rinaldo, 80 anni, che abita in zona da quando era adolescente. «In viale Fulvio Testi c’era un pantano che non le dico, la colpa è del Seveso ma anche di chi non risolve il problema», protesta la sua vicina di casa Gabriella Negro. Eppure erano due anni che non si verificavano esondazioni. E il canale scolmatore di Palazzolo, da poco rinnovato, mercoledì notte è stato aperto in tempo record. «Sono diventati velocissimi a rimediare. Ma questo diventa l’alibi per non trovare una soluzione definitiva», sbotta da dietro il banco il gelataio di piazza Caserta. I lavori per la vasca a Senago sono fermi da più di un anno, delle gare per le altre vasche neanche l’ombra, lamentano. «Ci eravamo illusi fosse tutto risolto e invece eccoci di nuovo nel copione che conosciamo bene», dice l’edicolante di piazzale Istria Domenico Sarno. Quando è arrivato al lavoro erano quasi le cinque, il fiume non era ancora tornato sotto i livelli di guardia, erano chiusi i via Sarca e viale Fulvio Testi, pioveva e i lampioni erano fuori uso: «Per forza non mi hanno consegnato i giornali».
Le squadre di Protezione civile, Mm, Polizia locale e Amsa ripulivano dal fango marciapiedi e rotaie dei tram, i residenti commentavano arrabbiati. «Da mezzanotte le squadre della Protezione civile erano pronte a entrare in azione, noi invece siamo stati colti di sorpresa. Perché non avvisano con un sms, anche se è notte? Sarei sceso a mettere le protezioni, così invece l’acqua è entrata nel portone», nota Maurizio Rubertucci, custode in Fulvio Testi.
Il ricordo dei danni economici del «disastro» di due anni fa è vivo. Aleardo Caiano, cartolaio in via Taormina, è sconsolato: «C’è molta puzza,
Domenico Sarno Ci eravamo illusi che fosse tutto risolto
ma grazie al cielo non ho subito danni. Nel 2016 il Seveso è uscito otto volte, ho perso denaro e nonostante le promesse ne hanno rimborsati una parte risibile».
Soprattutto tra gli anziani, affezionati al loro quartiere, c’è chi la prende in modo emotivo: «Stavo facendo il caffè, ho visto per strada un fiume di fango e mi sono spaventato — racconta Gennaro Iannaccone, 79 anni —. Le immagini si sovrapponevano ai ricordi. Stavolta almeno non abbiamo avuto le cantine allagate», sospira. La gente, comunque, non si perde d’animo. Un signore con piglio e stivali, in piazza Minniti, girava con un bastone di ferro per disotturare pozzetti e tombini: «Non metta il mio nome, non voglio fare l’eroe. Ho solo il senso pratico meneghino», sdrammatizza.
La situazione è molto migliorata, negli ultimi tempi, e qualcuno lo ammette: «Oggi (ieri per chi legge) ci è andata di lusso, negli anni ne abbiamo viste di tutti i colori», dice Giusi Gerevini, sarta da vent’anni in via Lussinpiccolo. È il confronto con «prima», che rende il bilancio positivo: «La metropolitana funzionava nonostante tutto, l’ho presa da piazzale Lagosta a viale Zara. C’era tantissimo fango e si rischiava di scivolare, ma siamo arrivati a destinazione e Atm informava in tempo reale via Twitter», nota ancora Antonia Di Benedetto. E Giulia Tosi, neomamma appena trasferita da Rimini: «Ho scelto questa zona, è ben servita, piena di piccoli negozi familiari. Non la cambierei mai».
Giusi Gerevini Ma rispetto al passato é andata meglio
Gabriella Negro Non investono, qui è tutto bloccato
Maurizio Rubertucci Perché non ci allertato con un Sms?