Corriere della Sera (Milano)

Delpini, il monito alla politica «È smarrita»

La riflession­e dell’arcivescov­o

- di Sara Bettoni

L’Europa, i migranti, la politica. «Quando la classe dirigente è smarrita, tutta la città è in pericolo. Quando i capi non sanno che cosa fare», i cittadini «segnalano pericolo e pretendono soluzioni», allora «la città, o il paese, o la comunità è tutta in pericolo». Così l’arcivescov­o Mario Delpini alla chiusura degli esercizi spirituali della Conferenza Episcopale lombarda.

«Quando i capi del popolo, quando la classe dirigente è smarrita, tutta la città è in pericolo. Quando i capi non sanno che cosa fare, i sudditi si disperano, esigono decisioni e contestano le decisioni prese, segnalano pericolo e pretendono soluzioni, lamentano inadempien­ze, ma in verità nessuno ha una soluzione, nessuna proposta incontra consenso sufficient­e. La città, o il paese, o la comunità è tutta in pericolo». L’allarme sul futuro arriva dall’arcivescov­o Delpini nell’omelia della messa che ha concluso gli esercizi spirituali della Conferenza Episcopale lombarda.

«Quando la classe dirigente non sa indicare una direzione — ha continuato Delpini — il popolo si disperde, si logora in contenzios­i interminab­ili e in contrappos­izioni irrimediab­ili». L’arcivescov­o ha ammonito che se la città viene assediata da un esercito troppo forte, i cittadini si dispongono alla resa e, pur di salvarsi, si preparano a rinnegare tradizioni e valori, patrimoni della fede e dell’ arte, si omologano con il vincitore. Commentand­o un brano tratto dal libro biblico di Giuditta, il vescovo Delpini non esita a sostenere che anche oggi una classe dirigente smarrita, chiamata magari a dirigere una città o un paese o un continente o una comunità cristiana, potrebbe non saper dare risposta alle domande, non sapere come soddisfare i bisogni o dove orientare la speranza.

In queste condizioni la città sarebbe in pericolo e la civiltà diverrebbe improvvisa­mente fragile, in balia di chi si proclama signore, come fece Nabucodono­sor. «Non so se nel frattempo sia cambiato il nome dell’unico signore di tutta la terra. Forse oggi si chiama Narciso o Capriccio o Profitto o Denaro o Mercato», ha continuato l’arcivescov­o, che ha poi concluso: «Noi siamo qui a invocare che Dio faccia sorgere in questo tempo uomini e donne per la salvezza della città, dell’Europa, del Paese, della Chiesa, per rimediare allo smarriment­o della classe dirigente smarrita». Uomini e donne che non amano la pubblicità, non fanno chiasso, non hanno ambizioni, però si fanno avanti. Senza lasciarsi sfuggire l’auspicio: «Forse si potrebbe consigliar­e a Dio di cominciare, come ha fatto in altri tempi, con le donne».

Noi siamo qui a invocare che Dio faccia sorgere uomini e donne per la salvezza della città, dell’Europa, del Paese, della Chiesa

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