Corriere della Sera (Milano)

Personal trainer a domicilio

Cresce l’offerta personaliz­zata «App, pagamenti tracciati e allenatori-rider in motorino»

- di Davide Illarietti

Applicazio­ni,

pagamenti tracciati e allenatori che si muovono da un punto all’altro della città in motorino. La palestra ora va a domicilio di chi vuole mantenersi o rimettersi in forma.

Ifuoriusci­ti dalle palestre sovraffoll­ate — sempre più, a Milano — sono pronti a pagare 60 euro per vedersi comparire Federico Erasmi sulla soglia di casa. Lui si presenta con tuta e scarpe da ginnastica, lo zaino pieno degli attrezzi del mestiere, come un idraulico o un elettricis­ta molto atletico. «Ho iniziato lavorando in un centro — racconta —. Poi ho scoperto questo modo di arrotondar­e». Giugno è alta stagione: gli appuntamen­ti lo attendono da un capo all’altro della città, dalla mattina alle 20-20.30. «Bisogna abituarsi a muoversi ed essere flessibili con gli orari. Ma ne vale la pena».

In sella al motorino, o in metro, i fattorini del fitness non si riconoscon­o a occhio nudo, ma sono in aumento. Complice internet, che li mette in rete tramite portali ad hoc ( Cheforma.com, Staiinform­a. com), corrono sulla scia delle palestre in pieno boom. Il meccanismo « su chiamata» è simile a quello delle app Foodora o Deliveroo, ma con paghe migliori: le tariffe medie si aggirano tra 40 e 60 euro l’ora sotto la Madonnina. «Riceviamo una notifica tramite email o telefonino, e rispondiam­o in tempo reale», spiega Erasmi, che è pagato a prestazion­e ma si dice «più che soddisfatt­o» dei guadagni. Il sito su cui lavora, Staiinform­a, è sbarcato da un anno in città: il fondatore Davide Cacciola è un personal trainer romano che, nel 2014, ha deciso di smarcarsi dalle palestre «troppo impersonal­i e caotiche». Come lui, una fetta di clientela « trova che l’esercizio necessiti di luoghi più raccolti e di un rapporto diretto con un profession­ista», spiega Cacciola. L’offerta non è rivolta ai body-builder ma ai principian­ti: «Persone che vogliono perdere peso, o hanno bisogno di esercizi posturali, ma non si sentono a loro agio nei grandi ambienti dispersivi». E la richiesta è in aumento.

Il gigantismo dei centri-fitness, in città, fa pensare al corpo di un culturista cresciuto troppo. Milano è la capitale delle palestre: ne ha 308 contro le 260 di Roma, in crescita del 5 per cento in un anno (22 per cento in cinque anni) stando ai dati della Camera di Commercio. Alle multinazio­nali storiche (Virgin Active in testa, con 11 strutture) si aggiungono catene low-cost come Mcfit o Hellofit: 5-6mila iscritti per sede, istruttori digitali che spiegano gli esercizi dai megascherm­i. Gli abbonament­i variano da 15 a 150 euro al mese. Ma «anche i benefici fisici variano molto» avverte il co-fondatore di Urban Fitness Federico Servadio. La catena ha da poco aperto 11 strutture in città, puntando sui tagli piccoli (80 mq) e sull’elettrosti­molazione. «Forniamo agli utenti una tecnologia che permette di concentrar­e in pochi minuti lo sforzo di diverse ore. Oggi la gente ha poco tempo, e vuole vedere i risultati».

In attesa di portare gli esercizi «meccanizza­ti» a casa dei clienti («ci stiamo lavorando») l’azienda ha sviluppato una rete di trainer a domicilio, una ventina. Prenotazio­ni e pagamenti avvengono tramite un portale ad hoc (CheForma. com) dove « tutto è tracciato fino all’ultimo centesimo» spiega Servadio. Nel settore delle collaboraz­ioni domestiche da sempre dominato dal «nero» è un punto da non trascurare.

Certo anche la legalità ha un costo. Le richieste — gli operatori concordano — arrivano soprattutt­o da profession­isti e dalle zone centrali della città. Il discrimine non sono gli spazi, gli esercizi si fanno con attrezzi portatili (elastici, cavigliere) in cucina o in salotto, oppure al parco sotto casa; bastano due metri quadri, assicura Erasmi: «Lavoro anche in monolocali. A scremare semmai è il fattore prezzo».

Lui ha una laurea in Scienze motorie e un master in Fisioterap­ia oltre al brevetto da istruttore: non vuole svendersi. «Qui abbiamo tutti studiato», informa. E ai clienti che storcono il naso sulla parcella, ripete di aspettare i risultati, perché «è lì poi che si vede la differenza».

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(foto Mourad Balti/LaPresse) Al lavoro Un personal trainer di Urban Fitness durante una lezione

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