Città della Salute, la crisi dell’impresa rinvia di altri 6 mesi il maxi-cantiere
Condotte cambia proprietà, slitta il contratto
Si conoscerà domani il futuro della società Condotte, che sta attraversando una pesante crisi finanziaria, i cui sviluppi sono strettamente legati al progetto della Città della Salute. È il più grande appalto pubblico europeo per l’opera medico-scientifica che riunirà l’Istituto dei Tumori e il neurologico Besta. Fin d’ora, però, una cosa è certa: la partenza dell’opera destinata a sorgere sulle ex aree Falck di Sesto accumulerà altri ritardi di almeno sei mesi. L’inaugurazione, inizialmente prevista per il 2015, è slittata alla primavera del 2020, poi alla fine del 2021, adesso si sposta ancora più in là.
Il fondo inglese Attestor — specializzato in ristrutturazioni aziendali e che in Italia è già intervenuto in casi come l’Olio Dante, Stefanel e le caldaie Ferroli — se intende andare avanti con l’idea di ricapitalizzazione di Condotte, dovrà dettagliare davanti al Consiglio di gestione il suo progetto. In pratica, Attestor dovrà tradurre in un’offerta vincolante la proposta inviata nei giorni scorsi di versare 50 milioni di finanza d’urgenza, più altri 150 milioni a breve. Non solo. Sarà indispensabile anche che l’investitore britannico dimostri di voler raggiungere un accordo con le banche (esposte per circa 700 milioni verso Condotte) visto che il piano di ristrutturazione del debito e il progetto di rilancio del gruppo dovranno essere approvati dalla maggioranza dei creditori. Si tratta di un passaggio obbligato per garantire il futuro della società e del suo portafoglio di lavori con commesse importanti, tra le quali appunto la Città della Salute, ma anche la ferrovia del Brennero e il ponte in Danimarca.
L’alternativa per la messa in sicurezza della società di costruzioni — che è stata la numero tre in Italia fino al 2016 e poi è finita in crisi — passerà attraverso la dichiarazione dello stato di insolvenza con la richiesta al ministero dello Sviluppo economico del commissariamento straordinario nel quadro della legge Marzano, con la nomina di tre commissari e la successiva vendita di Condotte. Qualunque sia la strada scelta nel successivo appuntamento — già previsto per martedì al ministero con il responsabile per il tavoli di crisi, Giampietro Castano — è chiaro che Condotte avrà a termine una proprietà diversa. La definizione della nuova architettura societaria è un fattore chiave anche per passare alla firma del contratto per la costruzione della Città della Salute con Infrastrutture Lombarde, la società partecipata al 100% dalla Regione, stazione appaltante dei lavori. Prima di procedere serve un quadro chiaro di che cosa succederà. Anche perché l’assegnazione definitiva dell’appalto si era bloccata per ricorsi promossi da Impregilo, la seconda classificata nella gara, e ora si è in attesa della decisione del Consiglio di Stato. Condotte ha, comunque, già costituito la società di progetto che guiderà i lavori della Città della Salute. Il veicolo si chiama Cisar, partecipata direttamente da Condotte e dagli membri del consorzio che si è aggiudicato in via definitiva la realizzazione e la gestione dell’opera (tra questi, Italiana Costruzioni e Zephyro). Secondo fonti vicine a Condotte, c’è già l’interesse — forse anche un impegno — da parte del fondo inglese Infracapital. Si parla di una disponibilità a mobilitare attorno a 100 milioni. Prima però occorre che Condotte abbia un futuro certo.