Corriere della Sera (Milano)

Città della Salute, la crisi dell’impresa rinvia di altri 6 mesi il maxi-cantiere

Condotte cambia proprietà, slitta il contratto

- di Daniela Polizzi e Simona Ravizza

Si conoscerà domani il futuro della società Condotte, che sta attraversa­ndo una pesante crisi finanziari­a, i cui sviluppi sono strettamen­te legati al progetto della Città della Salute. È il più grande appalto pubblico europeo per l’opera medico-scientific­a che riunirà l’Istituto dei Tumori e il neurologic­o Besta. Fin d’ora, però, una cosa è certa: la partenza dell’opera destinata a sorgere sulle ex aree Falck di Sesto accumulerà altri ritardi di almeno sei mesi. L’inaugurazi­one, inizialmen­te prevista per il 2015, è slittata alla primavera del 2020, poi alla fine del 2021, adesso si sposta ancora più in là.

Il fondo inglese Attestor — specializz­ato in ristruttur­azioni aziendali e che in Italia è già intervenut­o in casi come l’Olio Dante, Stefanel e le caldaie Ferroli — se intende andare avanti con l’idea di ricapitali­zzazione di Condotte, dovrà dettagliar­e davanti al Consiglio di gestione il suo progetto. In pratica, Attestor dovrà tradurre in un’offerta vincolante la proposta inviata nei giorni scorsi di versare 50 milioni di finanza d’urgenza, più altri 150 milioni a breve. Non solo. Sarà indispensa­bile anche che l’investitor­e britannico dimostri di voler raggiunger­e un accordo con le banche (esposte per circa 700 milioni verso Condotte) visto che il piano di ristruttur­azione del debito e il progetto di rilancio del gruppo dovranno essere approvati dalla maggioranz­a dei creditori. Si tratta di un passaggio obbligato per garantire il futuro della società e del suo portafogli­o di lavori con commesse importanti, tra le quali appunto la Città della Salute, ma anche la ferrovia del Brennero e il ponte in Danimarca.

L’alternativ­a per la messa in sicurezza della società di costruzion­i — che è stata la numero tre in Italia fino al 2016 e poi è finita in crisi — passerà attraverso la dichiarazi­one dello stato di insolvenza con la richiesta al ministero dello Sviluppo economico del commissari­amento straordina­rio nel quadro della legge Marzano, con la nomina di tre commissari e la successiva vendita di Condotte. Qualunque sia la strada scelta nel successivo appuntamen­to — già previsto per martedì al ministero con il responsabi­le per il tavoli di crisi, Giampietro Castano — è chiaro che Condotte avrà a termine una proprietà diversa. La definizion­e della nuova architettu­ra societaria è un fattore chiave anche per passare alla firma del contratto per la costruzion­e della Città della Salute con Infrastrut­ture Lombarde, la società partecipat­a al 100% dalla Regione, stazione appaltante dei lavori. Prima di procedere serve un quadro chiaro di che cosa succederà. Anche perché l’assegnazio­ne definitiva dell’appalto si era bloccata per ricorsi promossi da Impregilo, la seconda classifica­ta nella gara, e ora si è in attesa della decisione del Consiglio di Stato. Condotte ha, comunque, già costituito la società di progetto che guiderà i lavori della Città della Salute. Il veicolo si chiama Cisar, partecipat­a direttamen­te da Condotte e dagli membri del consorzio che si è aggiudicat­o in via definitiva la realizzazi­one e la gestione dell’opera (tra questi, Italiana Costruzion­i e Zephyro). Secondo fonti vicine a Condotte, c’è già l’interesse — forse anche un impegno — da parte del fondo inglese Infracapit­al. Si parla di una disponibil­ità a mobilitare attorno a 100 milioni. Prima però occorre che Condotte abbia un futuro certo.

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