Corriere della Sera (Milano)

Il sindaco mugnaio e il mulino culturale «Il mio campus di arti e sapere»

Varese, il progetto: una stamperia e un museo

- Andrea Camurani

Struttura secolare «L’idea è che sia riconosciu­to come luogo dove sviluppare impegno sociale»

MONVALLE (VARESE) È «il sindaco mugnaio», ma anche un po’ editore, mecenate e sognatore, o sempliceme­nte architetto, lavoro che ha svolto per una vita a Milano. Franco Oregioni, 68 anni, sindaco di Monvalle, in provincia di Varese, ha infatti un sogno nel cassetto che sta per realizzare, diventato una vera e propria mi s s ione del cuore: trasformar­e i l vecchio mulino del paese in una casa museo da des t inare a progetti d’arte e cultura.

Si tratta di una struttura imponente nel mezzo della natura, costruita secoli addietro sulle sponde del fiume Monvallina, che si getta poche centinaia di metri a valle nel Lago Maggiore. La forza del corso d’acqua bastava per muovere l’enorme ruota a pale e le potenti macine in pietra capaci di trasformar­e in farina le granaglie, con cui si facevano pane e polenta. Così andò fino agli anni ‘60, quando l’attività chiuse. Una piccola porzione di questo grande edificio rurale era di proprietà della moglie del sindaco che anni fa decise di acquistare l’intero complesso («Non senza sacrifici») e avviare la sognata ristruttur­azione. « Nelle mappe del Catas to Teres iano quest’area figura fin dal 1722», spiega il sindaco che ha avviato uno studio storico, e

«dai documenti sappiamo che nella prima metà dell’Ottocento già si macinava». Oggi un castagno secolare apre la vista a questo luogo incantato, nella frazione di Turro. Il progetto di rinascita è già partito e in una parte del piano terra trova posto una stamperia con caratteri mobili, lo stesso sistema di stampa utilizzato da Johannes Gutemberg a metà del ‘400. «Rotte Contrarie » , il nome della stamperia, è anche micro casa editrice: un affascinan­te opificio artigianal­e dove si compongono testi pregiati e scritti per la maggiore inediti realizzati da autori locali che nel mulino trovano un punto di riferiment­o per le loro edizioni. Ed è qui che si compie il miracolo culturale del sindaco mugnaio perché il cuore della stamperia col suo torchio calcografi­co azionato a mano dall’editore Giancarlo Bianchi De Cesare confina con macine e buratti usati per selezionar­e le farine, oggetti per un museo della tradizione contadina. «L’idea si fonda su un presuppost­o: che il mulino, nella sua globalità, sia riconosciu­to come luogo unico, ricco di fascino, storia e con un ambiente naturale di grande valore caratteriz­zato dalla presenza dell’acqua. Un luogo attrattivo, un piccolo campus in cui sviluppare cultura, impegno sociale e recuperare attività manuali e artistiche dotato anche di un piccolo B& B » spiega il sindaco Oregioni. Ogni giorno, da quando è finita la scuola, oratori e gruppi di bimbi visitano questo posto dove apprendono i segreti delle arti antiche dei mugnai e dei librai artigianal­i. La favola del mulino-museo è pronta per essere vissuta.

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