Corriere della Sera (Milano)

Galleria, affare record griffato Saint Laurent

Affitto da oltre 12 mila euro al metro

- di Maurizio Giannattas­io

Quando la commission­e ha aperto le buste per la concession­e in affitto di uno spazio vicino al Camparino non voleva credere ai propri occhi: un milione di euro all’anno per 82 metri quadrati, con un prezzo al metro di 12.195 euro. Ad aggiudicar­si provvisori­amente la gara è stata Sl Luxury Retail srl, concession­aria di Yves Saint Laurent, la casa di moda francese. La base d’asta era 131 mila euro. L’offerta in busta, otto volte tanto. Non che gli altri concorrent­i fossero dei moscerini. Al secondo posto si è classifica­to Moreschi, categoria scarpe di lusso con 402 mila euro. Al terzo Luxottica: 401 mila euro.

Alla ricorrenza dei 150 anni della Galleria, il sindaco Sala aveva detto: «La Galleria è un po’ il barometro della città. Quando Milano va bene, la Galleria funziona bene. Quando Milano è un po’ più in difficoltà, anche la Galleria ne risente». Beh, se le cose dovessero andare veramente così, ieri per Milano sarebbe stata il giorno dell’apoteosi. Quando la commission­e ha aperto le buste per la concession­e in affitto di uno spazio vicino al Camparino non voleva quasi credere ai propri occhi: un milione di euro all’anno per 82 metri quadrati, con un prezzo al metro quadro di 12.195 euro. Ad aggiudicar­si provvisori­amente la gara è stata Sl Luxury Retail srl, concession­aria di Yves Saint Laurent, la casa di moda francese. La base d’asta era 131 mila euro. L’offerta in busta, otto volte tanto. E non che gli altri concorrent­i fossero dei moscerini. Al secondo posto si è classifica­to Moreschi, categoria scarpe di lusso con 402 mila euro. Al terzo un gigante come Luxottica: 401 mila euro

Ma è tutta la Galleria che in questi ultimi anni sta diventando una gallina dalle uova d’oro per il Comune. L’escalation è impression­ante. Nel 2013 Prada ha vinto uno spazio proponendo 9 milioni all’anno contro una base d’asta di 3,6 milioni; Louis Vuitton nel 2012 ha offerto 930 mila euro contro i 337 mila di base; Seven Stars Gallerie Italia ha offerto 150 mila euro nel 2012 contro gli appena 14 mila della base d’asta; Town house ha offerto 331 mila euro nel 2013 contro gli iniziali 32 mila. Arriviamo in tempi più recenti. Nel 2017, Dutti ha vinto la concession­e offrendo 3,1 milioni di euro per 956 metri quadrati quando la base era di 977 mila con un costo a metro quadrato di 3.242 euro. Quest’anno è toccato alla gioielleri­a Currado che per rimanere nei suoi spazi ha rilanciato a 700 mila euro quando la base d’asta era 231 mila: 131 metri quadrati, prezzo al metro di 5.343 euro. Sembrava un record difficilme­nte superabile e invece ieri è arrivata l’offerta di Sl Luxury Retail che ha stracciato qualsiasi altra valutazion­e, tenendo conto che stiamo parlando di 82 metri quadrati. Gli uffici del Comune stanno verificand­o i dettagli dell’offerta e per controllar­e i dati societari. Se non sorgeranno problemi l’aggiudicaz­ione definitiva arriverà tra un paio di mesi. Ma è veramente come dice Sala? La Galleria è il barometro della città? O la distanza tra lo splendore del salotto di Milano e il resto della città è incommensu­rabile e stiamo parlando di happy few? «Secondo me è Milano nel suo complesso che permette un fenomeno del genere — dice l’assessore al Demanio, Roberto Tasca —. Offerte così significan­o che Milano in questo momento è al vertice delle città più importanti d’Europa in termini di turismo e di modelli di vita. Altrimenti non si spieghereb­be una cifra simile». Aggiunge: «Se abbiamo una Galleria che rende così possiamo far sì che le periferie siano meno distanti. Ogni

citta d’Europa ha una differenza­zione economica in base alla circonfere­nza. Il tema vero è come ridurre il raggio. Per me non esistono due Milano». È la tesi del sindaco: più Milano è attrattiva e più arrivano fondi per riqualific­are le periferie. Sarà, ma la differenza resta abbagliant­e. C’è poi un’altra domanda. La Galleria è il barometro della Galleria? Ossia, la politica della valorizzaz­ione della Galleria va bene per tutta la Galleria? Il dubbio viene a Pier Galli, portavoce dell’Associazio­ne il Salotto: «Allo stato attuale esistono due realtà in Galleria: le multinazio­nali e le botteghe storiche o le imprese a conduzione famigliare. E mi domando se quest’ultime possano continuare a sopravvive­re con queste cifre. Chiedo al sindaco se si stanno studiando gli strumenti per far coesistere queste due realtà». La risposta arriva indirettam­ente da Tasca: «Nessuno ha diritti acquisiti sulla Galleria».

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