Restauratori di motociclette Le officine-icona diventate circoli per appassionati di mezzi vintage «La manutenzione è un’arte»
Per la cura e l’amore che c’è dentro, si potrebbe tranquillamente pensare a un centro benessere. Solo che invece di restaurare anima e corpo, qui si porta la propria vecchia moto: malconcia, ma immacolata nel suo spirito d’antan. Ci sono mezzi su due ruote che possono vivere almeno due volte. Per questo a Milano torna di moda il «restauratore d’epoca». Inutile fare marcire la propria vespetta smarmittata o il Ducatone roboante nel buio di un garage: perché girando per Milano e provincia si troverà certamente qualche rehab per fare il lifting.
Lorenzo Petrogalli Neeff ha addirittura fondato un club sulle rive del naviglio Pavese. Ha aperto Nor23 in un ex stabile industriale. I soci si ritrovano per serate culturali, mangiando casoeûla e chiacchierando tra collezionisti: «Ci raccontiamo di quei motori che quando eravamo giovani ci facevano brillare gli occhi. Basta accenderle per rivivere la nostalgia di quando si troneggiava su strada portando a casa le fidanzate dei tempi» racconta Lorenzo. I soci portano soprattutto Honda o Bmw d’epoca per rimetterle a lucido: «Prendendoci il tempo che serve, magari davanti a una birretta. Trattando queste moto come opere d’arte. Le discussioni possono durare giornate». Un magazzino sempre aggiornato, con pezzi recuperati in giro, spesso via Internet anche dalle case madri di Giappone e Germania. O dai mercatini della porta accanto, Novegro su tutti.
Vittorio Tessera invece i pezzi ha iniziato a produrseli in casa, trasformando rottami
I dettagli Dall’alto, lo spazio espositivo del museo della Lambretta a Rodano, alcuni attrezzi e pezzi di ricambio e il lavoro di squadra allo spazio Nor23 sui Navigli in gioielli. Specializzandosi su quell’universo vintage delle Lambrette, un mondo che non invecchia mai. «Sono stato il primo a metterle a posto in Italia, nel 1979. Avevo 19 anni, appena finite le scuole. Fondai il primo scooter club d’Italia, che oggi ha tremila soci. Mi piaceva che rappresentasse un simbolo di Milano, come la michetta o la cotoletta». Casa Lambretta è tutt’oggi a Rodano, hinterland Est della città. «Piace ancora oggi perché per molti rappresenta un discorso estetico. Il fascino degli anni ’70 che tornano. Per questo si presenta gente da tutto il mondo, anche da Taiwan o Costa Rica». Al primo piano della sua officina/negozio, Vittorio ha aperto anche un museo di scooter rari. C’è un esemplare per ogni Paese, dal 1908 al 1980. «Qualche giorno fa sono venuti due ragazzi da Londra per scambiarsi qui dentro l’anello di fidanzamento».
Gli appassionati di moto d’epoca amano definirsi gente folle. Disposta a tutto pur di viziare le proprie due ruote. Gianni Corbinati la passione l’ha vissuta sulla propria pelle. Correva forte in moto, era una promessa a cavallo tra il ’70 e il ’72. Poi un brutto botto in sella alla sua Suzuki sotto un temporale violento dal cielo di Monza: «Con un braccio in meno mi sono reinventato tecnico. Ho fondato Corby Mono, a Meda, e cominciato a sperimentare, iniziando dalle Cagiva. Incrociando telai e motori diversi» racconta. Un alchimista, che parla ancora delle sue creazioni come se fossero giocattoli. Le sue motociclette partecipano a gare amatoriali, aprendo il gas forte su circuiti rievocativi. Tra mari e monti. Si ha l’impressione di guidare la storia, ma con sotto qualcosa che si è adattato ai tempi. «Quello dei restauri è un mondo vivo — chiude —, tutto da guidare».
Caccia agli originali «Recuperiamo i pezzi di ricambio sul web, ai mercatini dell’usato o dalle case madri»