«L’innovazione ha un prezzo»
«Il mondo delle startup è imperfetto. Ma ci deve essere un certo grado di tolleranza». Francesco Saviozzi, Direttore del Master in Imprenditorialità e strategia aziendale in Sda Bocconi, fa il punto su nuove società ed economia della condivisione.
Tante nascono, tante muoiono. C’è qualcosa di sbagliato nelle startup?
«Non tutte ce la fanno, l’insuccesso è legato all’innovazione. E se non ci fossero persone pronte a mettersi in gioco e immaginare nuovi modelli d’impresa e servizi, rimarremmo sempre fermi».
Per quanto riguarda la mobilità in condivisione, il Comune è partner di diverse aziende. È giusto che un’istituzione collabori con imprese a rischio?
«Le istituzioni fanno bene perché così hanno la possibilità di innovare. Uno sforzo positivo, che va portato avanti nonostante la probabilità di fallimenti, anche perché non è possibile prevedere in anticipo quando una startup avrà successo. È utile però fare un bilancio a posteriori, dopo la sconfitta, per capire che cosa non ha funzionato».
Capita che Comune e operatori di mezzi in condivisione si scontrino sull’estensione del servizio. Il pubblico chiede di allargare, il privato restringe le aree. Perché?
«Entrano in gioco interessi complementari, che non sempre combaciano al cento per cento. Le aziende ragionano in termini di densità delle tratte, ovvero di percorsi più battuti dagli utenti e quindi più redditizi. È difficile sostituire il servizio pubblico in quelle che in economia si definiscono “zone di fallimento di mercato”».
Esiste un punto di incontro tra queste due esigenze?
«La combinazione è la chiave per superare il conflitto. Si deve uscire dalla logica di un solo mezzo di trasporto per andare da un punto a un altro. Come accettiamo di cambiare due aerei per raggiungere una meta, così possiamo usare una bici, il metrò e poi un’auto per muoverci in città».
C’è ancora spazio per lo sharing?
«C’è ancora spazio di crescita, la redditività è legata ai volumi. Per ora è una scelta più strategica che economica».