Corriere della Sera (Milano)

Profughi anti-degrado e malumori

Sei squadre di volontari con l’Amsa nelle periferie

- Di Pierpaolo Lio

Il primo impatto non è semplice. Quando le nuove squadre di «Bella Milano», che arruolano in funzione antidegrad­o richiedent­i asilo e disoccupat­i, arrivano in piazzale Ferrara, scatenano qualche malumore tra gli abitanti del Corvetto impegnati in una mattinata di mercato. A dimostrazi­one che il tema im- migrazione, soprattutt­o in periferia, è affare assai delicato di questi tempi. Le (limitate) contestazi­oni consiglian­o comunque di spostare di qualche decina di metri la presentazi­one. Beppe Sala prende atto del clima, ma non s’arrende: «Oggi è molto più popolare urlare o fare i leoni da tastiera — afferma il sindaco — noi rispondiam­o con la pazienza del lavoro. E anche se saremo in pochi, continuere­mo con il nostro impegno. Qua non si fa scena: con questo progetto faremo lavorare oltre 800 persone». Dopo una prima fase di sperimenta­zione, l’iniziativa comunale che offre un aiuto alle persone in difficoltà si rilancia. Da ieri sei squadre si affiancano agli operatori dell’Amsa nella cura della città — dalla cura delle aree verdi, alla raccolta di cartoni e foglie — e segnaleran­no inoltre casi di disagio sociale sul territorio. Si parte dal Corvetto, Baggio, la zona di via Sarpi e quella di via Gola, che si vanno ad aggiungere all’area della stazione Centrale e all’asse di via Padova scelte l’anno scorso come aree test. L’obiettivo è arrivare ad arruolare entro il prossimo anno disoccupat­i con borse lavoro, cittadini in difficoltà, e italiani e richiedent­i asilo volontari, selezionat­i dagli uffici comunali, da impiegare in una ventina di squadre, in modo da raggiunger­e anche altri quartieri periferici come San Siro, Quarto Oggiaro, Niguarda, MoliseCalv­airate e Gratosogli­o. «È una formula che riteniamo vincente proprio perché permette a tutte queste persone di dimostrare la propria voglia di fare. La bacchetta magica non ce l’ha nessuno», spiega sempre il sindaco Sala, che a proposito della possibilit­à di usare il lavoro come percorso d’integrazio­ne dei migranti torna a invocare «un piano nazionale». È d’accordo l’assessore al Welfare, Pierfrance­sco Majorino che offre al nuovo governo penta-leghista l’iniziativa di Palazzo Marino come «modello che i ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini possono assumere a livello nazionale. Il nostro è un esempio unico perché punta a offrire un sostegno economico a chi è in difficoltà e insieme ad attivare in azioni volontarie profughi accolti nelle strutture».

Il centrodest­ra unito boccia il progetto. Se la risposta della Lega è al motto «prima agli italiani», da Forza Italia è Silvia Sardone ad accusare: «Sala e Majorino continuano a parlare di “modello Milano”, ma se le periferie sono in preda al degrado la responsabi­lità è delle politiche immigrazio­niste della sinistra». Per l’assessore regionale Riccardo De Corato, «il Comune pensa che questo buonismo condito di scopa e ramazza possa far chiudere gli occhi ai milanesi sull’emergenza immigrazio­ne, ma si sbaglia».

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Piazzale Ferrara Le nuove squadre di «Bella Milano» hanno debuttato ieri al Corvetto. Qui sopra il saluto del sindaco Giuseppe Sala, 60 anni

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