Corriere della Sera (Milano)

Le 350 carrozze in viaggio verso l’illegalità

Trenord, 15 milioni per sostituire il marchio

- Di Sara Bettoni

Separati, ma a quali costi? La strada per il divorzio Regione-Trenitalia si prefigura accidentat­a. Entro il 30 luglio il governator­e Attilio Fontana prevede di siglare un accordo quadro per definire le fasi del percorso e intende creare tre gruppi di lavoro. Squadre che dovranno affrontare questioni urgenti e dispendios­e. Quali? L’attuale flotta di Trenord ha un’età media avanzata: una buona fetta supera i 35 anni. Sono i convogli che la società alla nascita ha «ereditato» da Trenitalia e che rischiano di arrivare a fine corsa ad aprile 2021. Il Decreto sulle gallerie ferroviari­e, entrato in vigore nel 2006, impone infatti una serie di misure di sicurezza che i vagoni «anziani» non rispettano. Tra meno di tre anni termina il tempo utile all’adeguament­o. Per 278 carrozze è già stato previsto il restyling, per altre 350 no. Chiaro che serviranno urgentemen­te materiali nuovi per sostituirl­e.

La bozza dell’accordo stima che dei 161 nuovi treni necessari in Lombardia, 46 siano pagati dal Pirellone e 115 da Trenitalia. Ma bisognerà spicciarsi a farli arrivare per rispettare il decreto. Le tre gare avviate da Fnm non sono state ancora assegnate e Trenitalia nel consegnare i convogli «Rock» (oggi in produzione) potrebbe dare la precedenza alle altre regioni, con cui ha già siglato contratti di servizio. Per tamponare la fase transitori­a le due società si scambieran­no materiale ferroviari­o in base alle esigenze. Alcune linee, su cui circolano i treni vetusti, corrono un rischio maggiore di disservizi. Sono le tratte regionali destinate a finire sotto l’egida Trenitalia, mentre l’impresa ferroviari­a lombarda dovrebbe gestire i passanti e il Malpensa Express. Da bollino rosso la Bergamo-Milano, CremonaTre­viglio, Brescia-PiadenaPar­ma, Domodossol­a-Milano e buona parte del quadrante Nord e Sud.

Di nuovo. Nonostante la separazion­e, Trenitalia e la nascente azienda regionale dovranno comunque trovare accordi per lavorare su alcune tratte «cross», divise tra le due sfere d’influenza. Questa sorte dovrebbe toccare alla S5 e S6, con conseguent­i problemi. Basta immaginare il capotreno che deve interfacci­arsi con due interlocut­ori diversi. Altro costo da aggiungere alla spesa per il divorzio, la creazione di un’ulteriore sala operativa in aggiunta a quella già esistente. Dai grandi problemi ai più piccoli, la questione economica è sempre rilevante. «Trenord ci sarà sempre, ma dato che non un è brand di così grande successo penso che cambieremo nome» ha dichiarato Fontana nei giorni scorsi a Telenova. Quanto potrà costare un nuovo logo? Per «ripellicol­are» una singola carrozza, ovvero cambiare la livrea esterna, si devono sborsare dai 6 mila ai 7.500 euro. Moltiplica­ndo la cifra per tutta la flotta e aggiungend­o biglietter­ie e quant’altro si potrebbe arrivare a 15 milioni.

Da ripensare anche i compensi per i ferrovieri. Gli stipendi di alcuni dipendenti anziani di Trenord sono più alti rispetto ai compensi dei loro omologhi in Trenitalia. Diminuiran­no le busta paga? È uno dei punti, non il più importante, che i sindacati vogliono discutere nell’incontro di domani con il governator­e lombardo. Le sigle confederal­i chiederann­o lumi sul progetto e gli aspetti societari. Rimane aperto anche il toto nomi per la succession­e dell’ad di Trenord Cinzia Farisè. I candidati di cui si è vociferato finora, da Bruno Rota a Marco Piuri, non sembrano interessat­i all’incarico.

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Il governator­e Attilio Fontana, classe 1952
Al Pirellone Il governator­e Attilio Fontana, classe 1952

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