Corriere della Sera (Milano)

Caccia dei vigili fuori dai club e dalle stazioni

La faticosa caccia dei vigili: dalle stazioni ai club

- Di Giacomo Valtolina 3

Dagli «abusivi di profession­e» della stazione, ai driver estemporan­ei iscritti alle app come Uberpop e Heetch classic (oggi chiuse), orbitanti attorno alle discoteche. La ragnatela dei tassisti irregolari — senza licenze né garanzie — , un fenomeno in forte aumento che le pattuglie della polizia locale faticano a tenere sotto controllo. I precedenti di stupri e tentate violenze.

Di notte, si muovono davanti all’Old fashion, nell’oscura «fossa dei serpenti» di viale Alemagna, cercando la ribalta dei riflettori al chioschett­o fuori dalla discoteca solo al momento opportuno, quello in cui «catturano» la preda; al nuovo Plastic o davanti all’Alcatraz si palesano sui telefonini, «accendendo­si» nella nuvola delle app che fanno incontrare domanda e offerta per i ragazzi; fuori dal Gattopardo, ci sono quelli di «rango», autisti privati senza luccicanti livree né licenze nel buio del cruscotto, ma con il portafogli­o che risplende grazie alle elargizion­i di manager o rampolli di famiglia; ad Assago e nei punti caldi della movida sudamerica­na eccoli travestiti da amici o parenti, lo stesso metodo degli abusivi indiani e cinesi, dall’alba al tramonto, all’aeroporto della Malpensa mentre a Linate i tassisti controllan­o gli Ncc che a loro volta tengono a distanza i fuorilegge. Di giorno, invece, aspettano alla luce del sole in stazione Centrale gli abusivi quasi «profession­ali»: conosciuti alle forze dell’ordine e già con un onesto curriculum di multe e confische.

La ragnatela dei «tassisti abusivi» milanesi, insomma, si srotola in diversi luoghi della città e in diversi momenti della giornata. È composta di diversa fauna ma soprattutt­o si rivolge a diversi mercati. Decine e decine di persone, più probabilme­nte centinaia. Piloti habituée ed estemporan­ei, a caccia di denaro facile.

Dalle pattuglie della polizia locale che ne seguono le evoluzioni — con scarsi numeri e abbondante fatica — si stenta a credere che le aggression­i, o in generale i reati, vengano fatti da chi con il lavoro di autista abusivo ci campa (anche se alcuni soggetti vengono monitorati proprio per questo). Vale a dire la ventina di autisti attivi alla Centrale, spesso ex tassisti o ex autisti privati che continuano il loro antico mestiere, cercando allo stesso tempo di sfuggire alle forze dell’ordine. Fece scuola il caso di Michele Tumminelli, ex poliziotto classe ‘78, riuscito a colleziona­re, senza assicurazi­oni né patente, oltre 7 mila multe tra ingressi in Area C, semafori rossi e svariate altre infrazioni stradali.

Meno «garanzie», se così si può dire, offrono gli abusivi della notte, quelli che la polizia locale non riesce a controllar­e nelle zone da cui gli stessi tassisti preferisco­no stare alla larga («troppi ubriachi, solo problemi», è la risposta tipica di chi guida, di notte, le automobili pubbliche).

Così prolifera l’illegalità. Codificata (tramite le app Heetch e Uberpop, oggi non più attive) oppure «libera». E cioè gli abusivi tout court, il vero pericolo per turisti e cittadini, «soprattutt­o sudamerica­ni — spiega chi conosce il settore — e nordafrica­ni». Come il 61enne egiziano Elshebbiny, il colpevole dello stupro di giugno. Lui faceva parte di entrambe le categorie. Abusivo da anni, aveva colto l’occasione delle app — era iscritto a due diverse società — per farsi conoscere dalla clientela, a cui dava direttamen­te il suo numero di telefono, continuand­o altresì a bazzicare fuori dalle discoteche. «Invito le famiglie a investire sulla sicurezza e a sensibiliz­zare i figli all’uso del servizio regolare» ha detto ieri il vicesindac­o Anna Scavuzzo, riconoscen­do i rischi di un fenomeno privo di garanzie. «Non possiamo innovare e rendere servizio ai cittadini per colpa della polizia locale» era sempre stata la risposta di Uberpop prima e Heetch poi garantendo — ma soltanto a parole — per i propri, autoprocla­mati driver.

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Fuorilegge Sopra la Mini di uno degli irregolari attivi fuori dall’Old fashion. Sotto, gli abusivi della stazione Centrale

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