Corriere della Sera (Milano)

Castello, 3 milioni di visitatori l’anno e un cantiere sempre aperto

Il nuovo pergolato leonardesc­o rilancia l’immagine turistica della fortezza monumental­e «Tre milioni di visitatori all’anno e un cantiere sempre aperto»

- Francesca Bonazzoli 4

Tre milioni di visitatori all’anno e quasi 500 mila ingressi nelle sue collezioni d’arte. Numeri da record per il Castello Sforzesco, «cantiere sempre in movimento» per il sovrintend­ente Claudio Salsi. Tra gli interventi in corso, il restauro della Sala delle Asse, pronta per il 2019 in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo.

Tre milioni di visitatori all’anno e quasi 500 mila ingressi nelle sue collezioni d’arte con un incremento dell’11,48 per cento nel 2017 rispetto al 2016. Il Castello sforzesco è il luogo d’arte più frequentat­o della città, ma il record non è scontato perché, sebbene molto varie e prestigios­e, le sue raccolte non vantano capolavori di risonanza internazio­nale come i Caravaggio, Raffaello, Piero della Francesca della Pinacoteca di Brera. Il pezzo forte, la Pietà Rondanini di Michelange­lo, è rimasto fino al 2015 un illustre sconosciut­o anche per i milanesi. Non solo: il museo egizio, che invece aveva molti appassiona­ti in particolar­e fra le scolaresch­e, è chiuso per ristruttur­azione da oltre un anno e la riapertura è prevista solo per giugno 2019.

È vero che il Castello è collocato in una posizione strategica, attraverso cui si passa anche solo per attraversa­re la città dal centro alla periferia, ma non basta a spiegarne il successo di pubblico che va in gran parte attribuito al lavoro svolto da una decina d’anni per migliorare l’intero complesso. La più visibile di tutte le migliorie, nonostante le critiche e persino gli appelli al Ministero dei Beni Culturali per fermare i lavori, è stata il trasferime­nto della Pietà Rondanini nell’ex ospedale degli spagnoli, restaurato nel 2014: al suo interno l’ultima scultura di Michelange­lo è stata finalmente messa nel giusto risalto e ha funzionato come manifesto delle altre attrattive del Castello.

L’effetto Expo L’appuntamen­to dell’Esposizion­e 2015 è stato la spinta che ha dato avvio ai maggiori interventi di valorizzaz­ione: il rifaciment­o della segnaletic­a di Bob Noorda dei primi anni Duemila; l’illuminazi­one; la manutenzio­ne dei fossati e delle merlate; il consolidam­ento della torre del Filarete. Atteso da lungo tempo, è arrivato anche un bar, collocato davanti al cortile della Rocchetta, un angolo prima «morto» e ora invece sempre animato. Sono stati poi rinnovati sia il bookshop che l’infopoint all’ingresso; l’allestimen­to del museo di arti decorative è stato rifatto l’anno scorso così come il restauro delle statue del museo d’arte antica. Ultimo, ma non meno importante, tutti i custodi seguono corsi di aggiorname­nto di inglese.

Sempre in movimento «Il Castello è un cantiere sempre aperto, come la fabbrica del Duomo», spiega il suo sovrintend­ente Claudio Salsi, nominato dall’assessore alla Cultura Filippo Del Corno coordinato­re del palinsesto delle celebrazio­ni leonardesc­he del 2019 per creare sinergie fra tutte le istituzion­i cittadine. L’anniversar­io della morte di Leonardo sarà il nuovo stimolo ai progetti di migliorame­nto che comprendon­o sia interventi estemporan­ei che struttural­i. Fra i primi, ma molto apprezzato, c’è il Castello virtuale di «Beyond the castle», nella sala falconiera, un’esperienza che continua anche questa estate e che unisce alla passeggiat­a guidata nelle merlate l’emozione della realtà virtuale con la partecipaz­ione ai giochi cavalleres­chi ai tempi di Ludovico il Moro.

La Sala delle Asse

Fra gli interventi struttural­i, invece, il principale, già di risonanza mondiale, è il restauro della Sala delle Asse pensata da Leonardo come un finto pergolato di gelsi (chiamati moroni e scelti per affinità con il soprannome di Ludovico il Moro). I restauri, iniziati nel 2013 e interrotti duranti i mesi di Expo per dare modo al pubblico di tutto il mondo di ammirare comunque la sala, hanno portato alla luce straordina­ri disegni di paesaggi schizzati sulle pareti, forse attribuibi­li alla stessa mano di Leonardo, che nessuna indagine precedente aveva mai scoperto, nascosti com’erano anche sotto 14 strati di calce, ora rimossi con una nuova tecnica laser. Allestita con un ponteggio su cui il pubblico potrà salire per ammirare da vicino le scoperte, la sala sarà riaperta il 2 maggio del prossimo anno, giorno della ricorrenza dei 500 anni dalla morte del genio da Vinci. Richiuderà a fine gennaio 2020 per l’ultima fase di cantiere che riguarderà il restauro della volta e delle lunette.

Per l’occasione, nella piazza d’Armi sarà costruito un vero pergolato di gelsi, approntato da Orticola grande esattament­e la metà di quello dipinto. Sarà un’esperienza molto forte che permetterà a tutti di capire emotivamen­te la novità iconografi­ca della Sala delle Asse.

La scadenza

La riapertura del Museo egizio è prevista nel giugno 2019 dopo 24 mesi di lavori

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(foto Balti) Turisti Visitatric­i al Castello. Ingressi alle collezioni cresciuti dell’11 per cento nel 2017
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Sul CorriereIl progetto del pergolato leonardesc­o
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