Accoglienza migranti Un centro per i minori non accompagnati «Milano dia l’esempio»
Da ottobre al Primaticcio, sarà aperto anche di notte
Il Comune di Milano rivoluziona il sistema della prima accoglienza per i minori stranieri non accompagnati (Msna) e con un investimento di 400 mila euro struttura un Welcome center con tutti i servizi a loro dedicati. È il primo in Italia, sarà aperto sette giorni su sette, anche di notte, e inaugurerà ad ottobre in via Zendrini, quartiere Primaticcio. «È una sfida, una proposta al governo — lancia l’appello l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, sapendo che l’orientamento del ministro dell’Interno in questo momento non facilita l’avvio di progetti inclusivi sul tema immigrazione —. Siamo apripista, vogliamo diventare modello anche per le altre città».
In via Zendrini ci saranno 12 posti letto d’emergenza per Msna appena intercettati, mediatori, psicologi, e poi operatori per le prime identificazioni, la segnalazione all’autorità giudiziaria e il successivo smistamento tra centri educativi e Sprar. E ancora figure di raccordo con i volontari e le associazioni. «A settembre lanceremo un bando per reclutare esperti del privato sociale che completeranno la squadra. A regime lavoreranno a turno nel centro una dozzina di persone — afferma Majorino —. Dei 400 mila euro di investimento che arrivano da Roma, metà sono frutto di una convenzione con la Prefettura e metà della legge 285 per l’infanzia. Contiamo anche su fondi europei per rafforzare il progetto, nel medio periodo».
Rispetto a prima, l’organizzazione è totalmente diversa. Sarà progressivamente svuotato il palazzo di via Dogana 2, con gli sportelli che funzionavano in modo non continuo (con orario d’ufficio), inadeguati alla quantità di ragazzi da assistere (60/70 al giorno, una decina di nuovi arrivi a settimana). L’edificio verrà ceduto a Cassa Depositi e prestiti insieme ad altri immobili comunali — come quello di largo Treves, sede dell’assessorato al Welfare ora in parte trasferito al Corvetto. «È urgente avere una gestione ottimale — sottolinea ancora l’assessore, in sintonia con il sindaco Beppe Sala —. La presenza di minori non accompagnati sul territorio è un problema con cui fare strutturalmente conto, non
una temporanea emergenza». I dati del resto parlano chiaro: da gennaio ad oggi, i nuovi arrivi sono stati 137 (415 sono i minori accolti nelle comunità) e le migrazioni continuano a cambiare. Nel 2016 un minore su due era egiziano di 16-17 anni, ora c’è il boom di Tunisia e Algeria e il 17 per cento dei ragazzi ha tra i 7 e i 15 anni. L’età è scesa. «Bisogna intercettarli subito, è interesse di tutti. Se rimangono da soli o scappano dalle comunità sono esposti a gravi rischi», dice Annamaria Caruso, già pm ora Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che lavora in sinergia con il Comune e il Tribunale per i minorenni. «Nessun bambino deve restare per strada, neanche un giorno», è tassativo Majorino. Sullo sfondo il problema del pronto soccorso e dei reparti di neuropsichiatria infantile, che mancano. «Questi minori arrivano con fortissimi disagi da trauma migratorio — sottolinea Caruso —. L’emergenza non è coperta: le pediatrie e i reparti psichiatrici per adulti non sono adatti, il San Gerardo di Monza ha lunghissime liste d’attesa». Ad ottobre, ha promesso la Regione, al San Paolo inaugurerà finalmente il reparto rimasto chiuso per anni, con 10 posti letto. «Non sufficienti, ma un passo nella giusta direzione».
Via Zendrini
Al lavoro psicologi, mediatori e operatori per le identificazioni Modello unico in Italia