Corriere della Sera (Milano)

Accoglienz­a migranti Un centro per i minori non accompagna­ti «Milano dia l’esempio»

Da ottobre al Primaticci­o, sarà aperto anche di notte

- di Elisabetta Andreis

Il Comune di Milano rivoluzion­a il sistema della prima accoglienz­a per i minori stranieri non accompagna­ti (Msna) e con un investimen­to di 400 mila euro struttura un Welcome center con tutti i servizi a loro dedicati. È il primo in Italia, sarà aperto sette giorni su sette, anche di notte, e inaugurerà ad ottobre in via Zendrini, quartiere Primaticci­o. «È una sfida, una proposta al governo — lancia l’appello l’assessore alle Politiche sociali Pierfrance­sco Majorino, sapendo che l’orientamen­to del ministro dell’Interno in questo momento non facilita l’avvio di progetti inclusivi sul tema immigrazio­ne —. Siamo apripista, vogliamo diventare modello anche per le altre città».

In via Zendrini ci saranno 12 posti letto d’emergenza per Msna appena intercetta­ti, mediatori, psicologi, e poi operatori per le prime identifica­zioni, la segnalazio­ne all’autorità giudiziari­a e il successivo smistament­o tra centri educativi e Sprar. E ancora figure di raccordo con i volontari e le associazio­ni. «A settembre lanceremo un bando per reclutare esperti del privato sociale che completera­nno la squadra. A regime lavorerann­o a turno nel centro una dozzina di persone — afferma Majorino —. Dei 400 mila euro di investimen­to che arrivano da Roma, metà sono frutto di una convenzion­e con la Prefettura e metà della legge 285 per l’infanzia. Contiamo anche su fondi europei per rafforzare il progetto, nel medio periodo».

Rispetto a prima, l’organizzaz­ione è totalmente diversa. Sarà progressiv­amente svuotato il palazzo di via Dogana 2, con gli sportelli che funzionava­no in modo non continuo (con orario d’ufficio), inadeguati alla quantità di ragazzi da assistere (60/70 al giorno, una decina di nuovi arrivi a settimana). L’edificio verrà ceduto a Cassa Depositi e prestiti insieme ad altri immobili comunali — come quello di largo Treves, sede dell’assessorat­o al Welfare ora in parte trasferito al Corvetto. «È urgente avere una gestione ottimale — sottolinea ancora l’assessore, in sintonia con il sindaco Beppe Sala —. La presenza di minori non accompagna­ti sul territorio è un problema con cui fare struttural­mente conto, non

una temporanea emergenza». I dati del resto parlano chiaro: da gennaio ad oggi, i nuovi arrivi sono stati 137 (415 sono i minori accolti nelle comunità) e le migrazioni continuano a cambiare. Nel 2016 un minore su due era egiziano di 16-17 anni, ora c’è il boom di Tunisia e Algeria e il 17 per cento dei ragazzi ha tra i 7 e i 15 anni. L’età è scesa. «Bisogna intercetta­rli subito, è interesse di tutti. Se rimangono da soli o scappano dalle comunità sono esposti a gravi rischi», dice Annamaria Caruso, già pm ora Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenz­a che lavora in sinergia con il Comune e il Tribunale per i minorenni. «Nessun bambino deve restare per strada, neanche un giorno», è tassativo Majorino. Sullo sfondo il problema del pronto soccorso e dei reparti di neuropsich­iatria infantile, che mancano. «Questi minori arrivano con fortissimi disagi da trauma migratorio — sottolinea Caruso —. L’emergenza non è coperta: le pediatrie e i reparti psichiatri­ci per adulti non sono adatti, il San Gerardo di Monza ha lunghissim­e liste d’attesa». Ad ottobre, ha promesso la Regione, al San Paolo inaugurerà finalmente il reparto rimasto chiuso per anni, con 10 posti letto. «Non sufficient­i, ma un passo nella giusta direzione».

Via Zendrini

Al lavoro psicologi, mediatori e operatori per le identifica­zioni Modello unico in Italia

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