Presidi e concorso
UN QUIZ NON FORMA DIRIGENTI
In questo siamo gli unici. In nessuna parte del mondo si selezionano i futuri dirigenti delle scuole come da noi. Siamo più bravi degli altri o semplicemente abbiamo un sistema amministrativo centralizzato ed elefantiaco che non esiste negli altri Paesi? Fase 1. Prova preselettiva per i 24.082 (1.800 in Lombardia) che si sono presentati su 34.580 formalmente iscritti. Qui conta la memoria. I candidati hanno dovuto rispondere a 100 quesiti a risposta chiusa, scelti tra i 4.700 preparati dagli esperti del ministero e messi a disposizione per lo studio mnemotecnico 20 giorni prima. Non conta che molti di questi quesiti siano perlomeno discutibili. O che riproducano difetti pedagogici che i dirigenti scolastici davvero bravi dovrebbero, una volta in servizio, riparare. E nemmeno che alcune risposte siano giuste non in sé, per cultura, ma solo perché così dice la normativa o la pratica amministrativa. Conta che le risposte siano state quelle studiate sul libro dei quiz. Fase 2. Due ulteriori prove scritte per gli 8.700 circa che avranno superato i quiz con un punteggio tra i 73 e 76 su 100. Prove scritte ovviamente uniche per tutta l’Italia, scelte dal ministero su temi tipici del più collaudato «scolastichese». Fase 3. Solo 2.910 saranno alla fine ammessi al Corso dirigenziale di formazione svolto su 5 moduli da frequentare per almeno 180 su 240 ore, seguito da un tirocinio di 4 mesi e, infine, chiuso da un’altra prova scritta e colloquio finale. E con questa flessibilità si pensa di gestire la scuola senza pesanti ritardi e conclamate inefficienze?