«Pronti a guidare Giochi condivisi»
Malagò spinge per la collaborazione, ma Torino vuole andare da sola. Spiragli per il ticket con Cortina L’incontro tra i sindaci e il Coni: avanza l’opzione di Milano capofila. Si tratta, domani il voto
Sarà Milano la città capofila della candidatura italiana per le Olimpiadi invernali del 2026. È questo l’orientamento prevalente all’interno del Coni, dopo gli incontri di ieri con le delegazioni delle tre città italiane in corsa. Rimane da definire la formula con cui si definirà la nomination italiana. Lo scenario più probabile rimane, per distacco, il ticket con la località veneta di Cortina d’Ampezzo.
Milano sarà la città capofila della candidatura italiana per le Olimpiadi invernali del 2026. L’orientamento prevalente del Coni, dopo gli incontri con le delegazioni delle tre città italiane in corsa, è ormai chiaro, anche se rimane da definire la formula con cui si definirà la nomination. Lo scenario più probabile rimane, per distacco, il ticket con la veneta Cortina d’Ampezzo. «Noi pensiamo che la candidatura di Milano sia fortissima, ma siamo convinti che potrebbe essere una soluzione anche quella unitaria se si trova la formula giusta. Vediamo adesso come la pensano le altre, noi non abbiamo chiuso a ipotesi di collaborazione», ha detto ieri Beppe Sala uscendo dall’incontro al Coni.
Con ordine. Ieri al Foro Italico sono arrivate a colloquio davanti ai tre più importanti dirigenti dello sport italiano — il presidente del Coni Giovanni Malagò e gli uomini Cio Mario Pescante e Franco Carraro — le tre delegazioni. Cortina, Milano, Torino, in rigoroso ordine d’apparizione. A nessuno sono stati chiesti passi indietro o prospettate ipotesi di collaborazione. Ma proprio su questi scenari si lavora, a candidature cioè «multiple», capaci di abbattere i costi risparmiando su impianti e palazzetti. Un’ipotesi potrebbe essere la candidatura di tutto l’arco alpino, con Milano capofila che si appoggerebbe al capoluogo piemontese e alle Dolomiti per gran parte delle gare. Ma Torino non ci sta, almeno stando alle dichiarazioni Chiara Appendino (mentre decisamente più soft è parso il governatore del pd Sergio Chiamparino): «Non siamo la stampella di nessuno», ha scandito anche ieri il sindaco del M5s. Per il Cio la candidatura olimpica ha il nome di una e una sola città, la quale sarebbe poi relativamente libera di stringere alleanze con altri territori. Data l’indisponibilità di Torino, il ticket nascerebbe solo tra Milano e Cortina. È la soluzione a cui starebbe lavorando il Coni che ha però un’unica incognita di natura politica: taglierebbe fuori la città amministrata dai Cinque Stelle. Beppe Sala, uscendo da Palazzo H, ieri s’è però mostrato fiducioso. «Milano comunque capofila? Penso proprio di sì», ha confermato il sindaco che sa, anche se non può rivelarlo, che in caso di mancato accordo tra i pretendenti l’ultima parola spetterebbe comunque al Coni, il cui consiglio nazionale sarebbe chiamato a una scelta secca tra i tre diversi dossier. Le «simpatie» del Comitato olimpico nazionale sono evidenti: Milano, ancora una volta. Probabile allora che almeno Cortina decida di non sfilarsi e di accettare l’alleanza con la capitale del Nord. Per questo l’ipotesi più accreditata tra le tre è quella di una candidatura condivisa tra Milano e le Dolomiti che permetterebbe di risparmiare
sulle piste da sci (che il dossier milanese colloca ora in Valtellina) e sugli impianti per bob, trampolino e skeleton che eviterebbero di sconfinare in Engadina, a Sankt Moritz. Tanti i punti di forza di Milano: dal richiamo internazionale della città agli aeroporti, dai costi tutto sommato contenuti (384 milioni di euro) al prestigio derivante dal recente successo di Expo. «Crediamo che l’esperienza dell’Esposizione sia veramente fondamentale in termini di collaborazione istituzionale», ha non a caso ricordato ieri il sindaco.
Oggi dovrebbe essere la giornata decisiva. La parola torna al Coni, più precisamente alla Commissione di valutazione, che dovrà formulare la proposta di alleanza che gli amministratori dovrebbero nel caso ratificare. La sfida a Stoccolma è lanciata.
Punti a favore
Dalla parte di Milano il prestigio mondiale, gli aeroporti e i costi contenuti del piano