«Grande occasione per il turismo e le infrastrutture»
Il politico ed ex atleta Antonio Rossi: ci credo Così si potrà ridurre il traffico sulle strade
«Una candidatura forte, prestigiosa, una grande opportunità, non soltanto economica e infrastrutturale ma anche per la cultura di tanti ragazzi».
Antonio Rossi accarezza con le parole il sogno olimpico lombardo nella sua doppia veste di amministratore locale (sottosegretario regionale) e di sportivo. Perché uno come lui quando è all’ombra di quei cinque cerchi sente aria di casa: ha partecipato a cinque edizioni — da Barcellona 1992 a Pechino 2008 — e ha vinto tre medaglie d’oro, una d’argento e una di bronzo nella canoa. Trionfi accompagnati dalla colonna sonora di Giampiero Galeazzi, urlante telecronista-tifoso.
Rossi, cosa può significare un’Olimpiade per il territorio che la ospita?
«Innanzitutto una straordinaria opportunità di investimento in cultura sportiva. Avremmo davanti sette anni per fare questo lavoro nelle scuole, sfruttare il traino dell’appuntamento olimpico per parlare ai nostri ragazzi di sport, alimentazione, ambiente, sacrificio, competizione leale, sul modello adottato a Londra nel 2012».
Però si parla molto più dei riflessi economici.
«Indubbiamente le ricadute dal punto di vista del turismo possono essere importanti. E poi pensiamo alle infrastrutture: in Lombardia non sono certo carenti, ma l’appuntamento con un grande evento impone scadenze e tempi certi. Insomma, anche queste sono opportunità». Ma un’Olimpiade lascia un segno sul territorio? «Certo, a Milano qualche effetto lo ha lasciato anche Expo, e a Torino le Olimpiadi del 2006 hanno trasformato una città allora conosciuta quasi soltanto per la Fiat in una meta turistica. E poi ci sono state grandi trasformazioni anche a Vancouver, in Canada, e a Sochi, in Russia, dove per esempio i Giochi invernali hanno lasciato un’eredità di almeno 300 chilometri di nuove strade e il Gran premio di Formula 1. Qui da noi, invece, penso molto di più all’opportunità per togliere un po’ di auto dalle strade».
Ma per uno sportivo come lei che effetto fa l’idea di poter portare le Olimpiadi a casa propria?
«Sarebbe una soddisfazione enorme. Non non per me ma per i nostri atleti che, anche per i bei risultati di questi anni, lo meriterebbero davvero. E gareggiare in casa rappresenta una grande emozione positiva e un traino per la cultura sportiva».
Secondo lei è un risultato raggiungibile quello di organizzare qui le Olimpiadi del 2026?
«Sì. Ho trovato un clima positivo che può condurre alla candidatura unica. E sono convinto che a quel punto avrebbe grande prestigio internazionale e ottime chance di successo».