Corriere della Sera (Milano)

Lombardia Informatic­a Il «simbolo» degli sprechi cancellato dal Pirellone

Legge di bilancio, salvi i 466 dipendenti. «Ora più efficienza»

- Di Simona Ravizza sravizza@corriere.it

Sparisce la società simbolo di quella che fu la grandeur formigonia­na, nata per sviluppare dentro Regione Lombardia tecnologie informatic­he, in particolar­e software sanitari, ma diventata negli anni l’emblema dello spreco di soldi pubblici e della spartizion­e politica delle poltrone: «Al fine di conseguire maggiori livelli di efficienza ed economicit­à è autorizzat­a la fusione per incorporaz­ione di Lombardia Informatic­a nell’Azienda regionale centrale acquisti». In sintesi: Lombardia Informatic­a viene inglobata da Arca. Lo prevede un emendament­o presentato ieri alla legge di Bilancio in discussion­e al Pirellone e firmato dal (potente) assessore all’Economia Davide Caparini (Lega), che cancella la società ma salva i livelli occupazion­ali (466 lavoratori, con stipendi per 22,7 milioni di euro). Entrambe partecipat­e al 100% dalla Regione, le due società hanno standard decisament­e diversi: i costi di funzioname­nto di Lombardia Informatic­a sono proporzion­almente di 50 volte più alti rispetto ad Arca che svolge funzioni simili. In un caso pesano il 10% rispetto al volume di affari (21,6 milioni su 222,4 milioni), nell’altro lo 0,2% (10,7 milioni su 5,6 miliardi). Caparini fa i conti, e con il 2019 — data per cui viene prevista la conclusion­e del processo di fusione — il risparmio può sfiorare il mezzo milione di euro l’anno: «Dall’accorpamen­to si può ipotizzare un risparmio immediato dovuto all’unificazio­ne degli organi di amministra­zione e controllo. Lombardia Informatic­a ha costi per 245 mila euro così suddivisi: 145 mila per il consiglio di amministra­zione; 45 mila per il collegio sindacale; 30 mila per la società di revisione e 25 mila per l’organismo di vigilanza — scrive l’assessore all’Economia nella relazione presentata ieri —. Si può altresì prospettar­e che alla scadenza dei due attuali direttori (rispettiva­mente il 31 dicembre 2018 per Arca e il 15 febbraio 2019 per Lombardia Informatic­a, ndr) ci sia un solo direttore generale per entrambe le società, con un ulteriore risparmio di 240 mila euro l’anno». Ancora: «Sono attesi ulteriori risparmi sui costi di funzioname­nto per le sinergie operative prodotte dal processo di accorpamen­to».

L’accusa è ormai da mesi la stessa: per fare funzionare Lombardia Informatic­a viene speso troppo, come confermato da una relazione della Corte dei Conti del 6 giugno che si è concentrat­a anche su viaggi e consulenze. Il documento di 64 pagine, già riportato dal Corriere, rappresent­a di fatto la prima vera e propria due diligence sulla società e permette di scoprire in modo ufficiale gli ultimi dati di bilancio. Nel 2017 Lombardia Informatic­a riceve dal Pirellone incarichi per 222 milioni e rotti di euro: ma, nonostante i suoi 466 dipendenti, a sua volta appalta all’esterno la quasi totalità dei compiti ricevuti, diventando di fatto un duplicato di Arca che fa da centrale acquisti per la Regione. Di qui le indicazion­i della Corte dei Conti: «Un’opzione è la reinternal­izzazione da parte di Regione Lombardia dell’acquisizio­ne sul mercato di prodotti e servizi informatic­i (il che vuol dire assorbire la società, ndr); in alternativ­a si prospetta anche l’opzione di accorpare l’attività della Spa a quella svolta da Arca». Caparini scegli di seguire la seconda strada: il ragionamen­to del nuovo inquilino del Pirellone, d’accordo con il governator­e Attilio Fontana, è che Lombardia Informatic­a non possa continuare ad essere l’esempio di un carrozzone in cui rischiano di essere sprecati soldi pubblici.

D’ora in avanti sarà Arca, dentro la quale confluisce Lombardia Informatic­a, ad assicurare lo sviluppo del sistema informatic­o regionale, compresa la gestione di tutti i dati sanitari. «La giunta adesso dovrà compiere gli atti necessari a rendere effettiva la fusione per incorporaz­ione — spiega Caparini —. Si ritiene ragionevol­e prevedere un termine di 12 mesi».

Le spese eccessive Accolte le indicazion­i della Corte dei Conti che segnalava costi societari troppo elevati

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