Corriere della Sera (Milano)

Colonne, decorazion­i e sepolture: il metrò che viaggia nel passato

- di Sara Bettoni

Gli ultimi reperti finiti nelle mani degli archeologi sono in via San Vittore, alla Pusterla e in piazza Sant’Ambrogio. Se ne stavano acquattati sotto il terreno da centinaia di anni. Sono ritornati alla luce perché il percorso della linea «blu» della metropolit­ana passa nel cuore della città e li ha risvegliat­i, dando agli esperti la possibilit­à di recuperare tracce del passato di Milano.

Davanti alla Basilica, a pochi passi dall’Università Cattolica sono riemerse decine di scheletri di una necropoli databile al IV secolo. Un «intoppo» previsto nel cronoprogr­amma degli scavi, perché era frequente nell’antichità seppellire i defunti davanti ai luoghi di culto. E 1.700 anni fa qui si trovava un tempio. La Soprintend­enza alle Belle Arti aveva preventiva­to anche di rinvenire testimonia­nze in via San Vittore, sotto il sagrato della chiesa. Qui c’era il mausoleo imperiale (ritenuto di Massimiano e poi post-datato alla fine del IV secolo). A fine giugno gli operai si sono imbattuti in un tratto di fondazione in ciottoli del recinto esterno dell’edificio. I «fratelli» di questi reperti sono visibili al Museo della scienza e della tecnologia. Il terzo «buco» aperto è alla Pusterla, e come gli altri due servirà a creare aree di manutenzio­ne e sosta delle talpe che tra circa un anno e mezzo scaveranno i tunnel per il metrò.

I cantieri della M4 incrociano una ventina di punti di interesse e hanno rivelato alcune sorprese. In largo Augusto la colonna del Verziere è stata smontata e asportata per metterla al sicuro dalle vibrazioni. Durante quest’operazione nel basamento della statua del Redentore è stata trovata una colonna più antica. Probabilme­nte un’icona a cui i milanesi rivolgevan­o le proprie preghiere durante le epidemie di peste. Anche in San Babila gli archeologi hanno trovato pane per i loro denti. Grazie agli scavi sono stati recuperati nuovi elementi e parte della decorazion­e delle terme erculee, oltre a una trentina di sepolture databili tra il I secolo avanti Cristo e il III dopo Cristo. I resti umani erano accompagna­ti da oggetti d’uso quotidiano (lampade, monete, spille) che ci dicono qualcosa in più sui defunti.

In piazza Resistenza Partigiana gli studiosi si sono stupiti della monumental­ità della Pusterla dei Fabbri (XIII XVI secolo), smontata e destinata a essere ricollocat­a nella stazione De Amicis. Per raccontare i diversi ritrovamen­ti M4 spa, Comune e Sopritende­nza hanno allestito al Museo archeologi­co la mostra «Viaggio nel tempo con M4», aperta fino al 23 settembre.

I recuperi

Il tragitto della Blu ha incontrato durante i lavori almeno 20 punti d’interesse storico

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