Corriere della Sera (Milano)

La sfida dei pusher

VIA GOLA ENCLAVE DA LIBERARE

- Di Giampiero Rossi

Le telecamere di sorveglian­za non erano a tutela della sicurezza pubblica, ma a protezione dei traffici dello spacciator­e. È questa l’ultima sfida alla città che arriva dal sottobosco dell’illegalità che popola ampie porzioni dei caseggiati popolari di via Gola. Da qualche tempo le forze dell’ordine hanno aumentato la pressione sul commercio di droghe nella zona e allora i trafficant­i si rintanano e si riorganizz­ano tra quelle mura, che consideran­o amiche. E sono state necessarie un’indagine raffinata e un’operazione militare per scoprire e smantellar­e quella centrale dello spaccio che beneficiav­a della cortina fumogena dell’enclave di illegalità, degrado e omertà (scelta o imposta) di via Gola. Da sempre la convivenza forzata tra fragilità sociale ed economica e illegalità, più o meno organizzat­a, è terreno fertile per balordi e criminali e finisce per sottrarre pezzi di città alla convivenza civile. Le occupazion­i abusive degli alloggi popolari sono un passaggio fondamenta­le di questa filiera pericolosa, ed è anche per questo — oltre che per ragioni di equità — che la campagna di sgomberi avviata a Milano è coerente con il progetto di restituire dignità e vivibilità ai quartieri di periferia. Via Gola non si trova ai margini della città, anzi è a ridosso del centro, ed è un’enclave di illegalità più ingarbugli­ata e difficile da affrontare rispetto ad altre. Ma riconquist­are agibilità anche tra quelle case, strappare terreno e radici pluridecen­nali a chi fa dell’abbandono una risorsa sarebbe un passaggio prezioso per l’intera città.

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