«È abusivo» Lite sul centro di Calvairate
Cibo e preghiere con centinaia di fedeli. Condomini esasperati
Doveva essere un centro culturale, e invece è diventata una «moschea abusiva», come denunciano i residenti del civico 2 di via Cosenza, nel quartiere milanese di Calvairate. Così, insieme all’amministrazione del condominio e al Comune, hanno ingaggiato una battaglia legale nei confronti dell’Associazione culturale Sri Lanka islamic welfare center. Secondo lo statuto, dovrebbe fornire assistenza negli adempimenti burocratici per il rimpatrio delle salme nei Paesi d’origine.
Doveva essere un centro culturale, e invece è diventata una «moschea abusiva», recita il cartello affisso sul cancello al civico 2 di via Cosenza, quartiere Calvairate. Così i residenti, l’amministrazione del condominio e il Comune da una parte hanno ingaggiato una battaglia a colpi di carte bollate con l’Associazione culturale Sri Lanka islamic welfare center. Dallo statuto si capisce che all’interno del laboratorio affittato dai due proprietari all’associazione avrebbero dovuto svolgersi attività nel campo della solidarietà sociale, della formazione e promozione culturale e «all’assistenza necessaria per la morte di fratelli/sorelle», cioè tutti quei servizi necessari agli adempimenti burocratici per il rimpatrio delle salme nei Paesi d’origine.
Il centro culturale islamico arriva nel seminterrato tra via Cosenza e via Faà di Bruno tra maggio e giugno del 2015. Alla fine dello stesso anno partono le segnalazioni dei condomini e dell’amministrazione del condominio che rileva come i locali vengano utilizzati «in maniera assolutamente impropria, per raduni che spesso vedono la presenza di circa un centinaio di persone che consumano cibo e bevande e poi si radunano in preghiera». Arriva così da Palazzo Marino un ordine di ripristino della destinazione d’uso dei locali, cioè a laboratorio, così come previsto dai dati del catasto. Inoltre l’amministrazione pubblica fa sapere che in caso di inottemperanza la struttura diventerà di proprietà comunale.
A gennaio di quest’anno un sopralluogo della polizia locale mette nero su bianco che il ripristino dei locali richiesto dal Comune non è avvenuto. Inoltre starebbe proseguendo anche l’attività di culto «che porta qui in alcune occasioni anche 300 o 400 persone al giorno», raccontano dal condominio. Il centro e i proprietari delle mura si difendono facendo ricorso al Tar contro il provvedimento che prevede sia la ridestinazione d’uso, sia l’alienazione del locale. I giudici amministrativi a giugno danno ragione al Comune sul primo punto, ma lasciano lo stabile nella disponibilità dell’Associazione culturale.
La tensione dunque è salita e nelle ultime settimane hanno fatto la loro comparsa sul cancello di via Cosenza tre bandiere tricolori insieme al cartello che indica «moschea abusiva». L’amministrazione del condominio spiega il significato di quelle bandiere: «stanno ad indicare l’appartenenza al suolo italiano. L’eventuale rimozione o danneggiamento delle stesse verrà comunicato alle competenti autorità». Non solo: si sono verificati accesi diverbi tra i residenti e chi frequenta il centro, mentre lo scorso venerdì un gruppo di cattolici si è riunito davanti ai locali dell’associazione per recitare una preghiera. La punta di un iceberg che negli ultimi tempi si è fatto più solido condito da episodi di vandalismo, affitti selvaggi e spaccio che non passano inosservati alle portinerie dei palazzi del quartiere e ai residenti.