Corriere della Sera (Milano)

BikeMi, danneggiat­o l’11% della flotta

In calo l’utilizzo dei mezzi

- di Sara Bettoni

Concorrenz­a cinese e vandalismi, frenata del bike sharing pubblico del Comune di Milano, il BikeMi. Dallo sbarco dei nuovi operatori (i servizi a «flusso libero» Ofo e Mobike), nell’agosto del 2017, prelievi in costante calo. In parallelo aumentano i danneggiam­enti alla flotta che raggiungon­o la quota record dell’11 per cento del parco mezzi (l’anno scorso ci si era attestati attorno al nove). Dal gestore Clear Channel: «Pronti a un ordine speciale di pezzi di ricambio. E in autunno arrivano i seggiolini per bimbi sulle bici elettriche».

Il BikeMi alla prova dei vandali e dei concorrent­i cinesi. Le biciclette a noleggio con rastrellie­re fisse sono arrivate nel Comune di Milano a dicembre 2008: Atm ha affidato la gestione del servizio al privato Clear Channel. Alla società spettano gli introiti degli abbonament­i e delle tariffe, nonché quelli per la concession­e di spazi pubblicita­ri sui mezzi e nelle stazioni. In quasi dieci anni di attività il successo delle due ruote è andato via via crescendo, fino allo stop e alla retromarci­a innestata a partire dal settembre 2017. L’anno scorso si è chiuso con 4 milioni di prelievi di mezzi da parte degli utenti, secondo gli ultimi dati forniti dall’operatore. Un risultato non molto distante dal bilancio 2016, mentre a scorrere le statistich­e in passato le cifre aumentavan­o in modo significat­ivo, con oltre 500 mila utilizzi in più da un anno all’altro.

Nei primi sette mesi del 2018 la frenata diventa evidente. Il confronto con lo stesso periodo del 2017 segna 140 mila pedalate in meno dei milanesi. Contro chi puntare il dito? Al di là delle variazioni mensili dovute al maltempo, che toglie ai ciclisti la voglia di salire in sella, la concorrenz­a delle biciclette gialle di Ofo e delle arancioni di Mobike si fa sentire. Dalla fine della scorsa estate i due operatori cinesi sono sbarcati a Milano, portando rispettiva­mente 4 mila e 8 mila mezzi a flusso libero (ovvero prelevabil­i e parcheggia­bili ovunque, senza la necessità di rastrellie­re). Le 4.650 due ruote di BikeMi si sono trovate quindi a fronteggia­re due rivali per un totale di ben 12 mila bici. Inevitabil­e che nei conteggi comparisse il segno meno.

Un altro dato indica un cambio di passo rispetto al passato e di nuovo in negativo. I vandalismi sulle biciclette BikeMi fino al 2017 erano fermi attorno al nove per cento. La società fa sapere che nel primo scorcio del 2018 la percentual­e è cresciuta fino all’11 per cento. I problemi più frequenti sono fanalini rotti, telai riempiti di graffiti e manubri spaccati da chi usa in modo improprio i mezzi. Tant’è che Clear Channel ammette di essere «un po’ in affanno» con i pezzi di ricambio. È stato necessario fare un ordine speciale per tenere il ritmo dei danni. Difficile per i cittadini notare la difficoltà, visto che i tecnici ridistribu­iscono frequentem­ente le biciclette nelle varie stazioni e si occupano di portare a riparare quelle spaccate. Ogni giorno circa cento finiscono in officina e vengono affidate alle cure di un pool di 14 meccanici. Anche Ofo e Mobike fin dai primi tempi hanno dovuto affrontare il nodo dei vandalismi e più spesso dei furti. Le biciclette sono dotate di sistema Gps che permette di rintraccia­rle grazie all’apposita app, di prenotarle e pedalare pagando in base all’uso. Ma c’è chi ha approfitta­to dell’opportunit­à e si è impossessa­to delle due ruote oppure le ha parcheggia­te in proprietà private, impedendon­e così l’uso agli altri cittadini. Per limitare questo fenomeno entrambi gli operatori «senza stalli» hanno attivato il geofence. Mobike chiede un sovrapprez­zo di sette euro a chi posteggia nelle aree periferich­e considerat­e a rischio. Ofo applica lo stesso balzello a chi preleva la bici in centro e la lascia nella cosiddetta «area esterna» compresa tra la circonvall­azione e i confini della città. Scelta che non è piaciuta al Comune di Milano perché di fatto discrimina le periferie. L’assessore alla Mobilità Marco Granelli ha invitato entrambe le società a trovare soluzioni diverse.

BikeMi invece oggi conta su più di 280 rastrellie­re e altre sono destinate ad essere installate anche grazie a bandi specifici, come il progetto «Sharing cities» che riguarda il quartiere Porta Romana/ Chiaravall­e. Mentre un’altra strategia di rilancio punta sulle bici a pedalata assistita, oggi mille, nonché elemento distintivo rispetto ai concorrent­i che offrono solamente mezzi tradiziona­li. È previsto per l’autunno l’arrivo di 150 due ruote elettriche dotate di seggiolino adatto ai bambini. Una svolta annunciata da tempo e che finalmente dovrebbe concretizz­arsi.

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