IN BICI È UNA CITTÀ MIGLIORE
Eppure non bisogna arrendersi. È proprio questo il momento di tenere duro e rilanciare. Certo la tentazione di alzare le mani e lasciar perdere è forte: non passa giorno che un ciclista più o meno scafato non venga abbattuto, gli ultimi dati ci dicono che le bici condivise sono sempre più vandalizzate, le piste dedicate restano poche e comunque complicate. Inutile fare tanta poesia: la bicicletta, a Milano, non se la passa tanto bene. Ma nonostante tutti questi bastoni tra le ruote, non è il caso di cambiare percorso: Milano ha la vocazione — direi che è predestinata — per essere una vera ciclocittà, perché ha il primo e fondamentale requisito, cioè risulta piatta come biliardo. Perfetta anche per bambini, zie e pensionati. Il suo vero problema è ri-ciclarsi dopo tanti anni di cultura motorizzata. Non ci si inventa dalla sera alla mattina. Lasciare l’auto per pedalare è una scelta che matura lentamente. Come una conversione. Ci vuole tempo. Ma soprattutto serve la volontà di chi disegna il futuro, in municipio come negli studi di ingegneria. Per dire meglio: serve l’ideale superiore di rendere la città più umana e vivibile. Aspettando le grandi soluzioni tecnologiche, la bici è già qui, pronta a fare la sua parte, subito. La bici è libertà, comodità, salute. Come si dice, ogni bici in più è un’auto in meno. Certo Milano non può diventare improvvisamente Amsterdam. Nemmeno Ferrara. Ma se insiste, se pedala senza voltarsi indietro, può diventare comunque un luogo migliore.