Corriere della Sera (Milano)

IN BICI È UNA CITTÀ MIGLIORE

- Di Cristiano Gatti

Eppure non bisogna arrendersi. È proprio questo il momento di tenere duro e rilanciare. Certo la tentazione di alzare le mani e lasciar perdere è forte: non passa giorno che un ciclista più o meno scafato non venga abbattuto, gli ultimi dati ci dicono che le bici condivise sono sempre più vandalizza­te, le piste dedicate restano poche e comunque complicate. Inutile fare tanta poesia: la bicicletta, a Milano, non se la passa tanto bene. Ma nonostante tutti questi bastoni tra le ruote, non è il caso di cambiare percorso: Milano ha la vocazione — direi che è predestina­ta — per essere una vera ciclocittà, perché ha il primo e fondamenta­le requisito, cioè risulta piatta come biliardo. Perfetta anche per bambini, zie e pensionati. Il suo vero problema è ri-ciclarsi dopo tanti anni di cultura motorizzat­a. Non ci si inventa dalla sera alla mattina. Lasciare l’auto per pedalare è una scelta che matura lentamente. Come una conversion­e. Ci vuole tempo. Ma soprattutt­o serve la volontà di chi disegna il futuro, in municipio come negli studi di ingegneria. Per dire meglio: serve l’ideale superiore di rendere la città più umana e vivibile. Aspettando le grandi soluzioni tecnologic­he, la bici è già qui, pronta a fare la sua parte, subito. La bici è libertà, comodità, salute. Come si dice, ogni bici in più è un’auto in meno. Certo Milano non può diventare improvvisa­mente Amsterdam. Nemmeno Ferrara. Ma se insiste, se pedala senza voltarsi indietro, può diventare comunque un luogo migliore.

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