Nei condomini sono seriali
Zanni (Confabitare): non tutti vivono in condizioni di indigenza, le ingiunzioni unica via per tutelare gli onesti
Possono pagare ma non lo fanno. Così i morosi non indigenti hanno scaricato sugli altri condomini le loro inadempienze. La battaglia degli amministratori tra ingiunzioni e pignoramenti.
Ammonta a 1.250 euro a famiglia, secondo una recente ricerca di Confabitare, l’importo medio delle morosità degli inquilini in Italia. In testa si trovano Bologna, Roma, Napoli, Torino e Milano, seguite da Catania e Firenze. Nell’ultimo anno a Milano i morosi sono aumentati del 30% . Non è dunque un caso se un esperto amministratore di condominio confida come fatti cento i condomini amministrati quelli del tutto in regola con le spese «non arrivano a dieci».
Non tutti però sono morosi per necessità: «Una volta appurato che la morosità non derivi da una indigenza reale, deve partire con i decreti ingiuntivi. Perché le spese non pagate — spiega Alberto Zanni, presidente di Confabitare — non possono andare a finire in capo agli inquilini o ai proprietari in regola». Una situazione dunque poco gradevole e oggetto di assemblee di condominio infuocate. «Sempre più spesso — specifica Zanni — alcuni condomini approfittavano della situazione critica per fare i furbi e non pagare le rate. Con la riforma del 2013 le cose sono cambiate e gli amministratori possono agire nei confronti di chi non paga e pensa di farla fran- ca».
Le armi in mano agli amministratori per recuperare le somme non corrisposte sono sostanzialmente tre: il pignoramento del quinto dello stipendio o della pensione, dei beni mobili e infine del bene immobile nel caso in cui il condomino sia contemporaneamente proprietario. Non sempre va tutto liscio perché ci sono mille variabili che possono entrare in gioco a ogni livello della procedura, tanto che alcuni vedono nei cavilli un modo per rendere più conveniente non pagare e ingaggiare una causa di anni.
«Nel caso di morosità contenute, entro i 5 mila euro — spiega Zanni — si può procedere con un decreto ingiuntivo e si recuperano somme nell’ordine dei mesi», ma la musica cambia quando entra in gioco la giustizia ordinaria con i tempi che si dilatano ulteriormente iniziando procedimenti che possono durare anche anni. Discorso analogo se l’amministrazione decide per il pignoramento di beni mobili, come un’autovettura: Un passaggio che, consigliano gi avvocati, va valutato attentamente solo nel caso di automobili di elevato valore. L’ultimo appiglio è il pignoramento dell’immobile. «Solo per far partire la procedura tra visure, consulenti e notai si sborsano tra gli otto e i dieci mila euro, quindi — racconta un amministratore — occorre che anche qui la morosità sia consistente e soprattutto che non ci siano ipoteche bancarie».
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