Cesano Boscone, bloccate le auto di chi non paga
Linea dura del Comune. Tra i fermi un Suv
Il blocco dell’auto a chi non paga la mensa scolastica. Succede a Cesano Boscone, comune di 24 mila abitanti alle porte di Milano. Qui, dove la percentuale dei morosi sfiora il 16 per cento degli utenti, dopo avvisi bonari e solleciti, scatta la riscossione coattiva, che arriva al fermo amministrativo dell’auto. E non sono casi sporadici: dall’autunno del 2017 a oggi la polizia locale ha fermato 27 auto, dalle utilitarie a un Suv da 90 mila euro di proprietà di una coppia rivelatasi poi evasore totale. Con il fermo amministrativo, la vettura resta al proprietario, ma non può essere utilizzata finché quest’ultimo non salda il suo debito per la refezione scolastica. Per chi sgarra avviene il vero e proprio sequestro, caso che finora non si è verificato. In altri 9 casi, in cui i morosi non possedevano l’automobile, si è provveduto a pignorargli altri beni o crediti.
A Cesano il debito della mensa, accumulatosi dal 2011 al 2017 è pari a un milione 273 mila euro. Il rientro coattivo ha raccolto il 14 per cento del totale. «E in questo anno scolastico la percentuale di incasso è aumentata di quattro punti, passando dal 79 per cento di quattro anni fa all’82 per cento. Ed è diminuita, in contemporanea, la percentuale di bollettini incassati negli anni successivi a quello di erogazione del servizio: dal cinque al due per cento» spiega l’assessore alle risorse finanziarie Giuseppe Ursino. Tempi duri per i morosi della refezione anche a Rho e a Magenta, gli ultimi comuni a virare su norme più restrittive. A Rho, dove il debito medio annuale è raddoppiato nel 2017 passando da 76 mila a 150 mila euro e, dalle previsioni degli uffici, segna un ulteriore aumento per il 2018, è scattato il blocco delle iscrizioni alla mensa per chi ha debiti pregressi. Via libera, invece, a chi pagherà subito almeno il 40 per cento della morosità e rateizzerà il resto, oppure alle famiglie che saranno prese in carico dai servizi sociali. A Rho il 60 per cento delle famiglie che non pagano non si preoccupano nemmeno di presentare la dichiarazione Isee, che li aiuterebbe ad avere sconti. E i venti utenti più morosi mostravano una tendenza ad aumentare il loro debito — da 18 a 27 mila euro — anziché ridurlo o quanto meno contenerlo.
«È nostra ferma intenzione tutelare i diritti dei bambini e venire incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà, ma anche contrastare chi deliberatamente decide di non pagare — chiarisce l’assessore alla scuola Valentina Giro —. Crediamo sia importante iniziare il nuovo anno scolastico invitando le famiglie al rispetto delle regole». A Magenta, il debito dei morosi è salito a 190 mila euro e l’amministrazione di centrodestra, guidata da Chiara Calati, ha annunciato un giro di vite. Dopo gli avvisi bonari, da ultimo un sms che richiama a ricaricare il tesserino mensa entro quindici giorni, si arriverà alla sospensione totale del servizio. «È una questione di equità ma prima ancora di rispetto nei confronti di chi ha sempre pagato nei tempi previsti» ha spiegato il sindaco. Le famiglie realmente in difficoltà saranno invece aiutate a rimettersi in regola con i pagamenti.
Il primato
Nella città da 24mila abitanti, le persone inadempienti hanno raggiunto quota 16%