Una donna per George Harrison
Simona Severini e l’Area M Orchestra al Castello con un tributo al «Beatle mistico»
«Scrivere mi serve a fermare delle sensazioni che hanno qualcosa di inesprimibile, a mettere in ordine le cose». Così racconta di sé Simona Severini, cantautrice dalla formazione poliedrica, sviluppata nell’ambito del jazz, collaborando con musicisti come Giorgio Gaslini, Enrico Pieranunzi, Enrico Intra e Gabriele Mirabassi. Per questo suo atteggiamento verso il processo artistico è stata scelta dal maestro Oscar Del Barba come voce solista per i brani del concerto «Living in a Material World – George Harrison Tribute», eseguito stasera al Cortile delle Armi del Castello Sforzesco (p.zza Castello, ore 21, e 15) dai 16 elementi dell’Area M Orchestra. Non una voce maschile, quindi, ma femminile, la sua, che è stata ritenuta più adatta a restituire la delicata tessitura dei testi del «terzo Beatle», autore di brani immortali come «Something», «While my Guitar Gently Weeps» e «Here Comes the Sun». Il titolo dello spettacolo è ripreso dal documentario di Martin Scorsese dedicato alla vita e alla musica di Harrison (e al suo disco pubblicato nel 1973), un ritratto di un uomo con tutte le sue debolezze e virtù, tra i più famosi al mondo ma che disprezzava la notorietà: un artista poliedrico, «estremamente gentile e irascibile», dolce e profondo. «Questo spettacolo», ha sottolineato Del Barba, «ricrea la delicata e affettuosa atmosfera che aveva pervaso l’omaggio che gli amici di una vita — da Eric Clapton a Billy Preston, da Paul McCartney a Ringo Starr, da Tom Petty a Ravi Shankar (il musicista indiano che gli insegnò a suonare il sitar) — avevano tributato al chitarrista dei Beatles nel 2002, a un anno dalla morte, sul palco della Royal Albert Hall di Londra». Il concerto, realizzato per l’Estate Sforzesca in collaborazione con il Conservatorio Verdi di Milano, offre un ritratto a tutto tondo di Harrison, proponendo un credibile e il più completo ritratto in musica del celebre autore di «My Sweet Lord», dall’ingresso nei Beatles, a 17 anni, fino alla prematura scomparsa nel 2001, per un tumore fulminante al cervello.