Assurda disputa
OPERE PUBBLICHE DI TUTTI
Aquale partito «appartengono» il prolungamento della metrotranvia 7, una nuova scuola o un parco per il quartiere Adriano? L’unica risposta accettabile è: nessun partito. Si tratta di opere pubbliche, finanziate in parte dallo Stato, destinate a migliorare, si spera, la vita nelle periferie. Eppure su questi interventi, a Milano e in decine di altre città, si è accesa un’incredibile disputa. Il bando periferie, deciso dai governi Renzi e Gentiloni, ha varato stanziamenti per quasi 4 miliardi. A Roma la maggioranza M5S-Lega ne ha bloccati una parte. Ai tempi, quei progetti furono interpretati anche come un tentativo in extremis del governo Pd di recuperare terreno nelle periferie. Interpretazione maliziosa ma legittima. Nelle urne, nonostante il piano, le periferie hanno ugualmente voltato le spalle ai dem. Ma i soldi stanziati sono veri e le opere attese dai cittadini, qualsiasi partito abbiano sostenuto. Il sindaco Sala parla di una manovra per screditare i governi precedenti (ma in Parlamento pure il Pd ha votato il rinvio). L’episodio, in ogni caso, ripropone un malcostume antico: quello di considerare «di qualcuno» una nuova scuola, linea di tram, parco o casa popolare. È successo spesso, purtroppo, che un leader politico (o sindaco, o assessore) si sia appropriato di meriti non suoi, per opere pubbliche decise prima e da altri, magari anche avversari. Questa volta, addirittura, si bloccano interventi attesi perché varati da qualcun altro. Ma non dicevano tutti di avere a cuore le periferie?