Tagli alle periferie, la sfida di Sala
Lo «sgambetto» del governo al piano: ecco i progetti in bilico. Il sindaco: andiamo avanti
Milano ora si augura il soccorso della Camera. La speranza è che i deputati riescano a correggere il decreto «Milleproroghe» approvato dal Senato, che mette in bilico i 18 milioni di euro previsti dai precedenti governi pd per il quartiere Adriano, all’interno del bando periferie. Tutto «congelato per due anni. Nonostante lo «sgambetto» alla città (e a mezz’Italia) firmato dai giallo-verdi, il sindaco Sala garantisce: «Milano non intende fermare i progetti».
Lo sgambetto al piano periferie del Comune arriva sotto forma di emendamento (che porta la firma dei lumbard Daisy Pirovano e Massimiliano Romeo) al decreto «Milleproroghe». Poche righe mettono a rischio i progetti per rilanciare un’eterna incompiuta, il quartiere Adriano. Mentre l’allarme risuona a Palazzo Marino e impazzano le polemiche, il sindaco Beppe Sala predica calma. Partendo da una convinzione: «Milano non intende fermare i progetti che sono stati programmati. Ho chiesto agli uffici di trovare una soluzione per rispondere alle esigenze dei miei concittadini».
Sembra di tornare alla recente delusione olimpica. Anche allora di mezzo c’era il «governo del cambiamento», e la replica di Sala al trionfo mancato fu la stessa: Giochi o no, la città avrà i progetti inseriti nel dossier di candidatura. Solo che questa volta, a essere colpito è uno dei pilastri del programma del sindaco. La sua «ossessione», come l’ha definita più volte. «Certamente — afferma Sala — la questione va ancora capita nei dettagli e comunque impatterà in maniera diversa città per città. Ma altrettanto certamente — aggiunge — questa è una manovra politica del nuovo esecutivo per screditare una buona idea dei governi precedenti. Rimane il fatto che il primo segnale di questo esecutivo rispetto alla delicata questione delle periferie è assolutamente negativo».
Per capire cosa è successo bisogna riavvolgere il nastro di un paio d’anni. I governi Renzi e Gentiloni lanciano il Bando Periferie per cofinanziare, con oltre due miliardi di euro dallo Stato, progetti di riqualificazione delle aree degradate di Comuni capoluogo e aree metropolitane. Partecipano sia Palazzo Marino che la Città metropolitana: il primo ottiene 18 milioni, la seconda 40 milioni. I progetti iniziano il loro iter, ma ora (almeno alcuni) rischiano lo stop. Il Senato ha approvato un emendamento del governo pentaleghista che «congela» per due anni le convenzioni firmate con gli enti locali. «Così sblocchiamo finalmente un miliardo di euro per investimenti di tutti gli 8mila enti locali», motiva Laura Castelli, sottosegretario grillino all’Economia. Un provvedimento che sarebbe stato necessario «per dare attuazione» a una sentenza della Corte costituzionale. Non tutto si ferma, però. Il sottosegretario spiega che i primi 24 progetti della graduatoria saranno finanziati (quindi gli interventi coordinati da Palazzo Isimbardi, 13esima in graduatoria, «sono salvi», commenta il vicesindaco metropolitano Arianna Censi), così come le opere già arrivate alla fase del progetto esecutivo.
Una «beffa» per Palazzo Marino, che si era piazzata solo 31esima, protesta l’assessore alla Mobilità Marco Granelli. Il collega al Welfare, Pierfrancesco Majorino chiede di «rispondere con durezza». «Sono sbigottito e incredulo — aggiunge l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran —. Contiamo in una correzione alla Camera. In ogni caso, continueremo a investire nelle periferie, con il supporto del governo o meno: non vogliamo fermare opere strategiche». Per il delegato alle periferie, Mirko Mazzali i «carioca» al governo «si devono vergognare. Hanno preso voti nelle periferie dicendo: “nessuno si occupa di voi, ci pensiamo noi”. E come primo atto impediranno che progetti presentati dai Comuni sulle periferie siano realizzati».
Si ribella il centrosinistra a ogni livello (anche se a Palazzo Madama il voto è unanime), l’Anci, le comunità montane. Il segretario cittadino pd, Pietro Bussolati lo ribattezza «emendamento ammazza periferie». Anche Forza
L’assessore Maran «Sono sbigottito, ora correttivi alla Camera Tuteleremo le opere strategiche in atto»
Il leghista a Roma
«È cambiato il vento: la giunta scenda dal piedistallo e si confronti I fondi saranno di più»
Italia boccia la novità, e fa appello allo storico alleato leghista, «con cui abbiamo stravinto nelle periferie milanesi»: «Intervenga — dice Fabrizio De Pasquale — e chiarisca cosa intende fare per evitare questo scempio». La replica arriva immediata. «Il Pd fa il “piangina” — contrattacca il deputato Alessandro Morelli, che è anche capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino — sapendo bene che i fondi per le periferie milanesi ci sono e a questi vanno aggiunti un miliardo per i Comuni che il governo della Lega ha sbloccato dal patto di stabilità. Sala e compagni erano abituati a “vincere facile” quando al governo c’erano Renzi e Gentiloni, ma ora devono riabituarsi a fare gli amministratori, che significa presentare progetti, non ritenere di essere sul piedistallo».