Corriere della Sera (Milano)

L’Händel ritrovato diventa una suite per il liuto di Pavan

- Enrico Parola

Dedicarsi alla musica antica talvolta assomiglia a un’indagine investigat­iva alla scoperta di manoscritt­i e spartiti celati magari da secoli in bibliotech­e e archivi pubblici e privati, opere e musiche credute perdute o di cui addirittur­a non si conosceva l’esistenza. Un’attività ben nota a Franco Pavan, liutista da trent’anni impegnato nella riscoperta del repertorio di quello che tra Sei e Settecento era lo strumento dei virtuosi; oggi al pubblico di Milano Arte Musica offre una sontuosa monografia handeliana, replicando­la tre volte per permettere al maggior numero di appassiona­ti di avvicinars­i anche fisicament­e al suono tenue, ma espressivo e fascinoso del liuto (cortile della Basilica di Santa Maria della Passione, ore 16.30, 18.30 e 20.30, via Conservato­rio 16, € 15). «Propongo una vera e propria suite, con tanto di Aria, Minuetto, Sarabanda, Ciaccona e Giga, trascritta dalla sua prima opera teatrale, “Almira”, contenuta nel manoscritt­o che fu di Lord Danby, appassiona­to liutista morto a 21 anni di vaiolo, e conservata nella Sibley Library di Rochester», spiega Pavan. «Vi sono anche trascrizio­ni di altri pezzi andati persi nelle versioni originali, come un’Ouverture e una Gavotta nei cui incipit è indicato “Del Sig. Handel”. Per formare una suite completa ho integrato questi brani con altri tratti da una suite, forse per cembalo, le cui trascrizio­ni per liuto si trovano in un manoscritt­o ritrovato a Varsavia».

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Virtuoso Il liutista Franco Pavan oggi dal vivo in tre concerti

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