IL PALMARE E L’ASSURDA CROCIATA
Si fa fatica, anche con la buona volontà, a comprendere le motivazioni dei 30 irriducibili dell’Atm che non vogliono saperne di gestire il tablet per le multe. Minerebbe «l’equilibrio psicofisico», è la loro motivazione. Sì, ma solo quello degli automobilisti che parcheggiano senza rispettare le regole. Perché se è vero che il rapporto tra macchine e lavoro merita un dibattito approfondito che su queste pagine abbiamo spesso sostenuto è altrettanto vero che in questo frangente non parliamo di tecnologie mangia-occupazione. Il tablet da solo non si muove. Al limite rende più efficiente il lavoro degli ausiliari Atm permettendo loro di scovare più automobilisti in contravvenzione durante il turno di lavoro. Inoltre riduce i margini di errore anche da parte loro. Insomma, facilita la vita, non la peggiora. Se ci sono state minacce o pressioni indebite da parte di dirigenti Atm, sarà il giudice a dirlo. Ma dal punto di vista tecnologico la posizione dei 30 irriducibili ricorda coloro che negli anni Ottanta non volevano abbandonare le Olivetti Lettera 22 rottamate dai primi computer da scrivania. Anzi, a voler guardare avanti invece che indietro, si potrebbe paradossalmente usare la tecnologia per aumentare i salari. Gli imprenditori hanno sempre detto di voler legare gli aumenti salariali a quelli della produttività. Bene, perché allora non collegare, dopo un periodo di verifica, la maggiore efficienza a un aumento? (Peraltro in questo caso un incremento dello stipendio c’è già stato. Ed è stato accettato dai sindacati).