Gallera avverte: «Situazione drammatica»
L’assessore alla Sanità: servono misure d’urgenza
«L’allarme è gigantesco. Servono misure d’urgenza». L’assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera, non nasconde la preoccupazione. I giovani medici in formazione sono meno del numero di dottori pronti alla pensione. «Il problema è drammatico. I posti nelle Scuole di specializzazione sono troppo pochi. Ne abbiamo chiesti 1.600 l’anno, ce ne sono stati riconosciuti 1.040. Un numero che non è in grado di coprire le future uscite».
«L’allarme è gigantesco. Servono misure d’urgenza». L’assessore regionale di Forza Italia, Giulio Gallera, 49 anni, al secondo mandato alla Sanità, è preoccupato: «Così non possiamo andare avanti».
I giovani medici in formazione per diventare specialisti ed entrare in ospedale sono decisamente meno del numero di dottori pronti alla pensione. Perché?
«Il problema è drammatico. I contratti di formazione, ossia i posti nelle Scuole di specializzazione, riconosciuti dal ministero della Salute sono troppo pochi. Noi come Regione Lombardia ne abbiamo chiesti 1.600 l’anno, ce ne sono stati riconosciuti 1.040. Un numero che non in grado di coprire le future uscite dal servizio sanitario per raggiunti limiti di età».
Ma Regione Lombardia cosa sta facendo per trovare una soluzione?
«Ancora la scorsa settimana, in un incontro con il ministro Giulia Grillo, il 1° agosto a Roma, abbiamo posto la questione. Intanto stiamo tentando di tamponare il problema».
In che modo?
«Come Regione Lombardia finanziamo anche in proprio i contratti di formazione: per il 2018/2019 ne abbiamo riconosciuti 55 (per una spesa complessiva di 6 milioni e mezzo di euro, ndr). Un numero in crescita di anno in anno».
Per i contratti di formazione che riconoscete come Regione avete imposto il requisito di residenza in Lombardia da almeno tre anni e l’obbligo di prestare un’attività lavorativa qui per tre anni nell’arco dei cinque successivi alla conclusione degli studi. Perché?
«Abbiamo deciso di adottare criteri stringenti proprio davanti alla carenza drammatica di medici. Troppi bandi di concorso per assunzioni a tempo indeterminato stanno andando deserti».
Il motivo per il quale il ministero della Salute non riconosce più posti nelle Scuole?
«Più che il ministero della Salute, io chiamerei in causa il ministero dell’Economia: i contratti di formazione vanno finanziati e va data una disponibilità di risorse, che al momento non c’è. Lo trovo assurdo: non si può fare la spending review sulla salute».
Un neolaureato in Medicina impiega 5 anni prima di terminare la Scuola di specializzazione. Dunque, anche se venisse trovata una soluzione oggi, i benefici reali ci potrebbero essere solo tra un bel po’ di tempo.
«È il motivo per bisogna agire subito. Sono da rivedere anche le norme che riguardano il possibile utilizzo degli specializzandi in corsia». Oggi gli specializzandi possono essere sfruttati, ma nessuna legge prevede dei veri percorsi di crescita che li portino ad acquistare una progressiva autonomia alla luce del sole.
«Noi abbiamo provato a farla, ma Roma ce l’ha bocciata perché la materia è stata considerata di carattere nazionale. Agli specializzandi degli ultimi due anni, a mio avviso, va riconosciuta la possibilità di lavorare in ospedale all’interno di un percorso di crescita professionale definito».
I contratti Il ministero dell’Economia dia risorse per finanziare i contratti di formazione
I percorsi Negli ultimi due anni di specializzazione bisogna lavorare negli ospedali