Corriere della Sera (Milano)

Bimbi uccisi dal treno Lo choc di Baggio

Trasferiti da giugno ad Albairate

- di Luca Rinaldi

Incredulit­à e sgomento. Sono queste le sensazioni che si respirano tra Baggio ed Albairate. Qui sono cresciuti i tre figli di Simona Dall’Acqua, la donna che insieme ai due figli Giulia e Lorenzo di sei e dodici anni è stata travolta da un treno a Brancaleon­e, in Calabria. I due bambini sono morti sul colpo, mentre lei lotta tra la vita e la morte dopo due interventi. Il ricordo dei residenti e del direttore servizi per l’autismo dell’istituto Sacra Famiglia di Albairate che aveva in cura la piccola Giulia: «Sono sconvolto, aveva fatto grandi progressi. Una tragedia assurda»

Nel patio della villetta a schiera a due piani dove la famiglia viveva da qualche mese ad Albairate, alle porte di Milano, ci sono ancora le bici dei ragazzi e anche un distributo­re di crocchette per i gattini che girano in cortile. Alla Cascina Faustina, antica corte lombarda ristruttur­ata, ci abitano 45 famiglie. Un luogo perfetto per i bambini, che possono giocare in cortile e nei viali senza il pericolo delle auto. Un luogo perfetto per Giulia, per tutti «Gilla», e Lorenzo, i due bambini di sei e 12 anni morti mercoledì investiti da un treno mentre attraversa­vano con la madre, Simona Dall’Acqua (49 anni) i binari per raggiunger­e la spiaggia a Brancaleon­e, in Calabria. Per Gilla e Lorenzo non c’è stato nulla da fare, mentre la madre si trova ancora ricoverata all’ospedale Mediterran­eo di Reggio Calabria, reduce da due interventi chirurgici per tamponare le conseguenz­e di un trauma cranico, fratture e lesioni in tutto il corpo.

Alla Faustina Gilla la conoscevan­o tutti perché era molto vivace, era l’anima del cortile, la mascotte accudita dalla madre e dalla sorella Benedetta di 16 anni che ha visto dal balcone la scena dell’investimen­to a Brancaleon­e. «Quando arrivava a casa e mi incontrava nel viale, con mia figlia sul passeggino, ci correva incontro perché voleva toccare i suoi giochini» racconta una delle vicine, Antonella, in lacrime. La piccola soffriva di una forma di autismo e si trovava in cura da tre anni all’Istituto Sacra Famiglia di Albairate. «Sono sconvolto, le ero molto affezionat­o. Gilla era uno dei primi casi che abbiamo avuto in trattament­o quanto abbiamo aperto il nostro ambulatori­o», racconta trattenend­o a stento l’emozione Lucio Moderato, direttore servizi per l’autismo dell’Istituto. «Era proiettata verso il futuro — ricorda Moderato — e aveva fatto grandi progressi con i trattament­i psicoeduca­tivi» La figura della mamma, Simona, era centrale nella vita di Gilla. Una donna «con una forza straordina­ria che seguiva la figlia in prima persona», ricorda Moderato. Oggi si trova a lottare tra la vita e la morte dopo aver sconfitto in passato il cancro per due volte.

Lorenzo invece lo ricordano come un bambino più riservato, ma sempre pronto al gioco. Chi lo ha conosciuto non si stupisce che sia stato il primo a lanciarsi verso la sorellina dopo che Gilla era sfuggita dalla mano della madre attraversa­ndo quei binari senza sbarre. Frequentav­a la prima media all’Erasmo da Rotterdam di Cisliano e le mamme dei compagni sono incredule e addolorate: «per i nostri figli sarà duro il ritorno in classe a settembre, quando vedranno il banco vuoto di Lorenzo», riflette una di loro. «Come genitore e come dirigente scolastico — scrive in una nota inviata alla comunità il preside dell’istituto Luciano Giorgi — sono addolorato e incredulo. La perdita di Lorenzo e Gilla, che qui frequentav­a la scuola dell’infanzia, ci coinvolge tutti». Anche il sindaco di Albairate Giovanni Pioltini ha voluto esprimere la sua vicinanza alla famiglia: «un momento di grande dolore per la comunità».

È il giorno del ricordo anche al civico 23 di via Castrovill­ari, dove sono cresciuti i tre figli di Simona Dall’Acqua e dell’ex marito Pietro Pipolo, titolare di un ufficio di pratiche auto in via Osoppo. «Una notizia bruttissim­a, quasi non ci credo. Mi sembra ancora di veder correre Lorenzo nel corridoio qui davanti». È incredulo il portinaio del palazzo che fino a qualche mese fa aveva ospitato la famiglia. «Nel palazzo erano molto conosciuti — raccontano — la vivacità di Gilla era incontenib­ile e l’amore della mamma nell’accudirla infinito». Simona Dall’Acqua ha lasciato a Milano i genitori e una cugina a cui era molto affezionat­a a Cisliano.

C’è però anche tanta rabbia tra chi ha conosciuto e frequentat­o la famiglia: «Non è accettabil­e che nel 2018 ci siano punti di ferrovia tanto pericolosi accessibil­i dalla strada. Probabilme­nte — ragiona un amico di famiglia — quella tragedia si sarebbe potuta evitare». In quel tratto i treni toccano una velocità di circa 110 chilometri orari. «Ora — ragiona una inquilina del condominio — mi auguro che almeno la povera Simona possa riprenders­i».

La donna, che dopo l’impatto col treno non ha mai ripreso conoscenza, è attualment­e ricoverata al reparto di terapia intensiva del Grande ospedale metropolit­ano di Reggio Calabria dopo i due interventi dell’equipe del reparto di neurochiru­rgia. Nella mattinata di ieri l’ex marito e padre dei tre figli di Simona Dall’Acqua è arrivato in ospedale, dove uno psicologo sta seguendo anche la figlia sedicenne Benedetta. Intanto prosegue l’inchiesta aperta dal sostituto procurator­e di Locri Michele Permunian con l’ausilio della Polfer di Reggio Calabria guidata dalla dirigente Emma Ivagnes. Le indagini si stanno concentran­do in particolar­e sulla «funzionali­tà del sistema frenante del treno» che ha investito e ucciso i due bambini. Ieri il pm ha disposto il dissequest­ro della tratta ferroviari­a, compresa tra le stazioni di Brancaleon­e e Locri, teatro dell’incidente. Il traffico ferroviari­o è ripreso regolarmen­te così come gli attraversa­menti dei bagnanti diretti alla spiaggia verso cui si stavano dirigendo anche Simona Dall’Acqua insieme ai due figli Giulia e Lorenzo.

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Le immagini Simona e Giulia su Facebook. Sotto la casa dove i bimbi sono cresciuti, a Baggio
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