Corriere della Sera (Milano)

Navigli, la gondola che agita le acque

«Un’innovazion­e, mette allegria». Ma i puristi storcono il naso: «Fuori contesto»

- di Giovanna Maria Fagnani

Ipareri sono contrappos­ti. Ma se ne discute. Molto. Nel mondo degli storici e in quello della politica. Le gondole sui Navigli sono una «innovazion­e che mette allegria» e riportano al passato «perché esistevano già nel 1800 e rappresent­avano il collegamen­to con la Serenissim­a». Ma per altri sono fuori contesto e rischiano di essere solo uno spot quando servirebbe­ro più opere di pulizia dei canali.

L’arrivo di una gondola sulle acque del Naviglio Grande, grazie all’investimen­to della «Canottieri San Cristoforo» e del gondoliere Umberto Pagotto, che intendono portare in città una piccola flotta di barche venete, ha innescato una ridda di commenti. E non tutti favorevoli. Lo racconta lo stesso gondoliere: «La maggior parte è d’accordo, ma c’è chi pensa che una barca veneziana non c’entri proprio nulla con Milano».

In realtà, spiega lo storico Mario Comincini, citando documenti custoditi nell’archivio del Guardiano delle Acque del Naviglio, «non è tutto vero. Perché nel 1841 Luigi Delagardet­te, direttore della Società delle Gondole Celeri, avviò un servizio di navigazion­e fra Turbigo e Milano utilizzand­o delle gondole di svelta conformazi­one. Erano trainate da cavalli e facevano concorrenz­a ai barchet, le barchecorr­iere,

 Philippe Daverio Questa immagine mi mette subito di buon umore

perché erano più veloci e ci mettevano 7 ore anziché 13 a arrivare in Darsena. Il servizio restò attivo fino a dopo il 1843. Poi terminò perché i barcaioli, arrabbiati per la concorrenz­a, acquistaro­no le gondole per liberarsen­e».

Un’altra voce importante è quella di Empio Malara, architetto e presidente degli «Amici dei Navigli». Lui accoglie la gondola con favore. «Parliamo di un simbolo del collegamen­to fra Milano e la Serenissim­a. Può aiutare a far comprender­e che l’idrovia da Locarno a Venezia deve essere riaperta al più presto, perché offrirebbe al turismo nautico uno degli itinerari più straordina­ri, con la possibilit­à di ammirare le corti rinascimen­tali in barca. Purtroppo i Navigli sono una grande risorsa, sono plurifunzi­onali, ma siccome sono pubblici sono poco valorizzat­i».

Anche Philippe Daverio non è contrario. «Una gondola sul Naviglio mi mette di buon umore. Ovvio che non è milanese, ma non per questo occorre usare sempre la barca di Renzo e Lucia. Dicono che è un’idea eccentrica? A me gli eccentrici sono sempre piaciuti». Di diverso avviso Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino e fondatore del Comitato «No ai Navigli finti». Dice De Pasquale: «I tour in gondola sono un’idea di impresa da sostenere, ma non fanno parte della nostra storia, così come le cinque vasche che vuole fare il sindaco per riaprire i Navigli. Più che le gondole, bisognereb­be rimettere i barconi storici e curare i canali. Non serve un Naviglio-Gardaland a misura di turisti». Ma alla fine, chi ha ragione? «Non mi scandalizz­o per una gondola, io mi scandalizz­o perché i Navigli sono stati chiusi e non siamo ancora riusciti a riaprirli» dice Roberto Biscardini, presidente dell’associazio­ne «Riaprire i Navigli». Che continua: «Quando sarà navigabile l’intera rete, avremo come nel resto del mondo i bateau mouche, le imbarcazio­ni private e quelle sportive. Pensiamo piuttosto a questo obiettivo».

Fabrizio De Pasquale I tour sono un business ma non fanno parte della storia

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 ??  ?? Dal 1645 fino al 1913, le corriere dei Navigli erano i «barchett» (foto grande), 13 ore da Turbigo alla Darsena poi tornavano indietro trainate dai cavalli. Qui a fianco, sopra, il bucintoro barca di dogi e reali: solcò il Naviglio nel 1441 , quando giunse ad Abbiategra­sso Bianca Maria Visconti per le nozze con il Duca Francesco Sforza. Sotto, il «barcùn» oggi ormeggiato in Darsena: arrivava in città spinto dalla corrente
Dal 1645 fino al 1913, le corriere dei Navigli erano i «barchett» (foto grande), 13 ore da Turbigo alla Darsena poi tornavano indietro trainate dai cavalli. Qui a fianco, sopra, il bucintoro barca di dogi e reali: solcò il Naviglio nel 1441 , quando giunse ad Abbiategra­sso Bianca Maria Visconti per le nozze con il Duca Francesco Sforza. Sotto, il «barcùn» oggi ormeggiato in Darsena: arrivava in città spinto dalla corrente
 ??  ?? In acqua Umberto Pagotto, il «gondoliere dei Navigli», è tra i primi promotori del ritorno delle barche venete
In acqua Umberto Pagotto, il «gondoliere dei Navigli», è tra i primi promotori del ritorno delle barche venete

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