Navigli riaperti Un’ondata di pro e contro
«Profondi e non turistici con costi troppo elevati»
Icosti eccessivi («È ragionevole ritenere che superino il miliardo»), l’«incompletezza» delle analisi, la necessità di un nuovo referendum sono tra i motivi del «No» del Comitato Navigli. «Non restituirà il paesaggio del tempo passato — scrivono Gabriella Valassina e Giulietta Gresti — ma vuole essere un’attrazione turistica. Si fa fatica a considerare attrattive cinque vasche d’acqua lenta, per la maggior parte del tempo sporca e a una profondità che per coglierne la presenza occorre avvicinarsi alla balaustra».
Suggerimenti, critiche, argomentazioni, suggestioni: c’è un po’ di tutto nei 41 «quaderni» pubblicati dal Comune sul progetto di riapertura dei Navigli. Una raccolta delle osservazioni di cittadini, volti noti, professionisti, associazioni sull’ipotesi di scoperchiare i primi cinque tratti: via Melchiorre Gioia, Conca dell’Incoronata, via Francesco Sforza, piazza Vetra e via Molino delle armi, Conca di Viarenna. L’ex assessore Alessandro Balducci, professore di Pianificazione al Politecnico, non ha dubbi: «Credo che in un momento da tutti riconosciuto come positivo per Milano, la città abbia non solo la possibilità ma il dovere di costruire visioni per migliorare ulteriormente». E come lui la pensano il Touring Club o le guide turistiche milanesi. Chiedono invece più coraggio contro le auto, i Genitori antismog, e una riapertura integrale, il Wwf. C’è anche scetticismo (Ciclobby) e «No» senz’appello, come quelli di alcuni docenti e professionisti.