Corriere della Sera (Milano)

«Il settore è saturo Si crea occupazion­e ma di bassa qualità»

I sindacati: manca vigilanza da parte delle istituzion­i

- di Giovanna Maria Fagnani

«Stiamo abbandonan­do il modo di vivere insieme alle nostre città. Invece di ridare vitalità ai centri storici li stiamo svuotando, per portare la gente nei centri commercial­i, dove trovano, a seconda della stagione, la frescura o il caldo. Non siamo contrari al pluralismo e fermare qualcosa non è mai una soluzione, ma dobbiamo fare al più presto una politica di sostegno al negozio di vicinato. Occorre garantire a tutti la stessa dignità, ci deve essere un equilibrio. La vendita online sta già sta cambiando moltissimo la nostra vita, togliendoc­i l’abitudine di uscire. Un negozio ha anche un grande valore sociale. Se da una strada sparisce un alimentari, ne risente tutto il quartiere».

Il permesso di costruire, che segna l’arrivo a Segrate di uno degli shopping center più grandi d’Europa, preoccupa Confcommer­cio Milano. E a spiegarlo è il vicepresid­ente, Carlo Alberto Panigo. Una perplessit­à che deriva anche dai dati: i consumi al dettaglio calano in tutti i comparti, anche nell’alimentare, confermand­o una ripresa solo marginale rispetto ai minimi del 2013. I metri quadri di vendita invece aumentano: ci sono richieste di ampliament­o degli shopping center a Rescaldina, Cinisello, Carugate. Stando alle previsioni, il mall dovrebbe portare 16 mila posti di lavoro. Ma altri andranno irrimediab­ilmente persi. «Questi centri producono occupazion­e, ma non di qualità. Penso al caso di Arese e all’abuso dei contratti precari. I comuni stessi sono più interessat­i agli introiti, dovrebbero imporsi e dare i permessi di costruire solo a fronte di contratti a tempo indetermin­ato per almeno l’80% del personale — sostiene Marco Beretta, segretario generale FilcamsCgi­l Milano —. Il Comune di Segrate per il momento si sta mostrando sensibile e si sta lavorando a una contrattaz­ione d’anticipo su occupazion­e, legalità e sicurezza. Ora aspettiamo la convocazio­ne di un tavolo ufficiale».

Un turnover continuo di addetti nei negozi, stage, contratti a chiamata, eccetera. «La nostra più grande preoccupaz­ione è che accada anche a Segrate. Manca la vigilanza da parte delle istituzion­i — gli fa eco Luigino Pezzuolo, segretario della Fisascat Cisl — Inoltre, la grande distribuzi­one in Lombardia sta vivendo una fase transitori­a in cui le aziende non riescono più a ampliare i fatturati per la crisi e la saturazion­e del mercato. I volumi di fatturato spesso non sono quelli attesi, neppure nei nuovi centri».

Critico Damiano di Simine, responsabi­le scientific­o di Legambient­e. «Questa operazione è preoccupan­te nei termini del traffico che porterà sulla Tangenzial­e Est e anche a Milano. Inoltre, produrrà uno svuotament­o commercial­e nel centro storico. Anche l’altro vicino centro commercial­e di Carugate ha chiesto un ampliament­o. Insomma, nella guerra fra operatori, il Comune si trova a fare il notaio: porta a casa qualcosa, ma l’esito è a somma zero per l’interesse pubblico».

Legambient­e «Operazione che preoccupa anche per il traffico che porterà in tangenzial­e Ovest»

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