«Il settore è saturo Si crea occupazione ma di bassa qualità»
I sindacati: manca vigilanza da parte delle istituzioni
«Stiamo abbandonando il modo di vivere insieme alle nostre città. Invece di ridare vitalità ai centri storici li stiamo svuotando, per portare la gente nei centri commerciali, dove trovano, a seconda della stagione, la frescura o il caldo. Non siamo contrari al pluralismo e fermare qualcosa non è mai una soluzione, ma dobbiamo fare al più presto una politica di sostegno al negozio di vicinato. Occorre garantire a tutti la stessa dignità, ci deve essere un equilibrio. La vendita online sta già sta cambiando moltissimo la nostra vita, togliendoci l’abitudine di uscire. Un negozio ha anche un grande valore sociale. Se da una strada sparisce un alimentari, ne risente tutto il quartiere».
Il permesso di costruire, che segna l’arrivo a Segrate di uno degli shopping center più grandi d’Europa, preoccupa Confcommercio Milano. E a spiegarlo è il vicepresidente, Carlo Alberto Panigo. Una perplessità che deriva anche dai dati: i consumi al dettaglio calano in tutti i comparti, anche nell’alimentare, confermando una ripresa solo marginale rispetto ai minimi del 2013. I metri quadri di vendita invece aumentano: ci sono richieste di ampliamento degli shopping center a Rescaldina, Cinisello, Carugate. Stando alle previsioni, il mall dovrebbe portare 16 mila posti di lavoro. Ma altri andranno irrimediabilmente persi. «Questi centri producono occupazione, ma non di qualità. Penso al caso di Arese e all’abuso dei contratti precari. I comuni stessi sono più interessati agli introiti, dovrebbero imporsi e dare i permessi di costruire solo a fronte di contratti a tempo indeterminato per almeno l’80% del personale — sostiene Marco Beretta, segretario generale FilcamsCgil Milano —. Il Comune di Segrate per il momento si sta mostrando sensibile e si sta lavorando a una contrattazione d’anticipo su occupazione, legalità e sicurezza. Ora aspettiamo la convocazione di un tavolo ufficiale».
Un turnover continuo di addetti nei negozi, stage, contratti a chiamata, eccetera. «La nostra più grande preoccupazione è che accada anche a Segrate. Manca la vigilanza da parte delle istituzioni — gli fa eco Luigino Pezzuolo, segretario della Fisascat Cisl — Inoltre, la grande distribuzione in Lombardia sta vivendo una fase transitoria in cui le aziende non riescono più a ampliare i fatturati per la crisi e la saturazione del mercato. I volumi di fatturato spesso non sono quelli attesi, neppure nei nuovi centri».
Critico Damiano di Simine, responsabile scientifico di Legambiente. «Questa operazione è preoccupante nei termini del traffico che porterà sulla Tangenziale Est e anche a Milano. Inoltre, produrrà uno svuotamento commerciale nel centro storico. Anche l’altro vicino centro commerciale di Carugate ha chiesto un ampliamento. Insomma, nella guerra fra operatori, il Comune si trova a fare il notaio: porta a casa qualcosa, ma l’esito è a somma zero per l’interesse pubblico».
Legambiente «Operazione che preoccupa anche per il traffico che porterà in tangenziale Ovest»