«Ponti a rischio vanno chiusi» Allarme ignorato
Milano-Meda, diktat dei tecnici alla Provincia
Lungo i 22 super trafficati chilometri della Milano-Meda ci sono cavalcavia a rischio che non vengono chiusi. Sono quattro: i ponti 14 e 12 a Cesano Maderno; il 10 all’altezza di via Maestri del Lavoro a Bovisio Masciago e lo svincolo 26. Solo il 10 è oggi off limits al traffico. Eppure, secondo carte riservate, anche gli altri tre ponti dovrebbero essere chiusi alla circolazione da fine agosto. Ma, salvo sorprese, non sarà così.
Ci sono ponti a rischio in snodi stradali cruciali, ma non vengono chiusi. E in caso di un cedimento chi si prenderà la responsabilità?
Sulla superstrada MilanoMeda, lì, lungo i 22 super-trafficati chilometri che costituiscono l’asse principale di comunicazione tra Milano e la Brianza, ci sono quattro cavalcavia pericolosi: il ponte 14 all’altezza di via San Benedetto a Cesano Maderno (Km 140+228); il 12 all’altezza di via Alessandro Manzoni, sempre a Cesano Maderno (Km 139+318); il 10 all’altezza di via Maestri del Lavoro a Bovisio Masciago (Km 138+913) e lo svincolo 26 (Km 142+974). Al momento è bloccato al traffico solo il 10. Gli altri vedono un viavai quotidiano di auto e Tir. Eppure, secondo carte riservate che il Corriere ha potuto visionare, anche tutti e tre gli altri ponti dovrebbero essere vietati alla circolazione a partire da fine agosto. Invece, salvo decisioni a sorpresa dell’ultima ora, non sarà così. E se succede un disastro chi paga? C’è da fare gli scongiuri.
I documenti riservati
Le perizie non lasciano dubbi: «Il ponte dovrà essere chiuso al traffico». Così scrive nell’agosto 2017 l’ingegnere Giuseppe Giunta, tecnico incaricato dalla Provincia di Monza e della Brianza (proprietaria delle strade) di verificare le condizioni dei cavalcavia. Per l’esperto da quel giorno, il 30 agosto 2017, i ponti possono essere utilizzati ancora solo per un anno: «Allo stato odierno, dopo disgaggi dei calcestruzzi in fase di collasso (il riferimento è alle tecniche di messa in sicurezza che ormai non bastano più, ndr), potranno transitare mezzi con un carico non superiore a 10 tonnellate per non più di 12 mesi». Ora il tempo è scaduto. Ma in attesa dei lavori di consolidamento, appena finanziati da Regione Lombardia con un milione e 450 mila euro, si procederà semplicemente ad altre ispezioni: «Solo allora valuteremo — è la posizione della Provincia, ribadita nelle ultime riunioni di fine luglio — l’eventuale limitazione al transito». Eppure, come emerge ancora una volta dai documenti riservati che il Corriere ha visionato, il progettista insiste sulla necessità della chiusura e di un successivo rapido intervento.
Le opere di rifacimento La superstrada, conosciuta anche come Provinciale 35 dei Giovi, s’imbocca a Milano da viale Enrico Fermi, per proseguire lungo viale Rubicone, oltrepassare Cormano, Paderno Dugnano, Varedo, Masciago, Cesano Maderno, fino ad arrivare in Brianza. È una delle arterie più trafficate e tra quelle più bisognose di manutenzione. Il finanziamento da un milione e 450 mila euro viene annunciato dall’assessore alle Infrastrutture di Regione il 2 agosto: «La MilanoMeda è caratterizzata da flussi di traffico molto rilevanti, anche perché attraversa uno dei territori più densamente abi-
Agosto 2017 «Potranno transitare mezzi con un carico non superiore a 10 tonnellate per non più di 12 mesi»