Corriere della Sera (Milano)

Nuove moschee, la frenata di Salvini

Il ministro: norme e trasparenz­a. «Modello Regione» La replica del vicesindac­o: il Patto per l’Islam esiste già

- di Giampiero Rossi

«Non è una priorità». Matteo Salvini cassa il piano per le moschee. «Prima bisogna istituire una consulta: voglio sapere chi paga, chi prega, in che lingua, chi entra, chi esce». Palazzo Marino replica: «Proprio il Viminale ha promosso un Patto nazionale per l’Islam italiano».

«Non è una priorità». Sul tema delle moschee milanesi, il ministro dell’Interno Matteo Salvini interviene secondo il suo stile: secco, tranchant. E le sue parole, pronunciat­e al termine della sua visita all’Opera Cardinal Ferrari, hanno suscitato immediate reazioni altrettant­o nette da Palazzo Marino.

«Non penso che sia una priorità» dice Salvini a proposito del piano del Comune sulle sei moschee. Ma per quanto riguarda il ruolo del Viminale su questa partita, il ministro nonché leader leghista spiega: «Noi stiamo lavorando e lavorerò personalme­nte per rimettere in piedi un organismo, chiamatela consulta, chiamatela tavolo, come volete, che si occupi di immigrazio­ne e di nuovi luoghi di culto che devono rispettare alcune norme, come previsto da Regione Lombardia. Voglio sapere chi paga — aggiunge —, chi prega, in che lingua, chi entra, chi esce, se rispetta tutta la normativa nazionale. Poi ognuno per me può credere nel Dio che vuole, però penso che da milanese, avendo girato per Milano in questi giorni di agosto, non sento avere sei moschee come la priorità, onestament­e».

In sostanza, quindi, Salvini ripropone la ricetta formalizza­ta da Palazzo Lombardia, che di fatto pone una serie di paletti urbanistic­i alla crea-

zione di nuovi luoghi di culto. Al punto che — secondo i critici — si tratterebb­e di una sorta di sbarrament­o invalicabi­le che rende impossibil­e la costruzion­e di moschee. «Per quanto riguarda il piano delle strutture religiose e il Pgt del Comune di Milano — aveva detto a fine luglio l’assessore regionale al Territorio, Pietro Foroni — la Regione potrà fare le sue valutazion­i solo dopo che il Comune avrà finalmente adottato la strumentaz­ione urbanistic­a. A quel punto verificher­emo se sono conformi alla normativa regionale».

Il Comune ha presentato a inizio giugno un progetto per regolarizz­are quattro delle moschee «informali» che si trovano in città, e per aprirne altre tre. E su questo la Regione ha già detto no: «È di fatto attestata la non conformità urbanistic­a e l’impossibil­ità di una relativa regolarizz­azione in base alla normativa vigente», ha detto lo stesso assessore Foroni.

Da Palazzo Marino arriva la risposta del vicesindac­o Anna Scavuzzo alle parole di Salvini: «Non posso non ricordare al ministro che un Patto nazionale per un Islam italiano, espression­e di una comunità aperta, integrata e aderente ai principi dell’ordinament­o statale esiste da diverso tempo, proposto e coordinato proprio dal ministero degli Interni. Anche a Milano — prosegue la vicesindac­o — abbiamo proseguito l’impegno richiesto dal suo dicastero con il Patto nazionale al fine di dargli concretezz­a territoria­le, nella nostra città e in tutta la Lombardia, forte del lavoro delle prefetture, degli enti locali, delle associazio­ni e della Regione».

Il progetto del Comune si chiama Piano per le Attrezzatu­re Religiose (Par) ed è stato elaborato dopo che nel 2015 la Regione aveva approvato una legge sui luoghi di culto che, a conti fatti, risultava ostacolare i negoziati fra la comunità islamica milanese e la giunta comunale guidata allora dal sindaco Giuliano Pisapia, e impedire che venisse costruita una imponente moschea nell’area dell’ex Palasharp. Ma circa una settimana fa, a proposito del centro islamico di viale Jenner, è divampata l’ennesima polemica tra Comune e Regione: «È irregolare e va chiuso», ha detto senza mezzi termini l’assessore Foroni. Ma il sindaco Giuseppe Sala ha replicato: «Chiudiamo le moschee illegali se prima apriamo quelle legali. Un’alternativ­a bisogna trovarla».

 ??  ?? Fedeli La festa del Ramadan davanti all’ex Palasharp
Fedeli La festa del Ramadan davanti all’ex Palasharp
 ??  ?? Leghista Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è nato a Milano 45 anni fa.È già consiglier­e comunale e regionale
Leghista Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è nato a Milano 45 anni fa.È già consiglier­e comunale e regionale

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