L’oasi della solidarietà a secco di fondi pubblici
Anica è appena arrivata a Milano. Una cinquantina d’anni, romena, vedova, ha già vissuto e lavorato qui, ma al momento non ha una casa e per lei è prezioso il punto d’appoggio di via Boeri 3. All’Opera Cardinal Ferrari ha potuto fare una doccia, sistemarsi i capelli, pranzare servita al tavolo assieme ad altri 200 ospiti, e poi riposare al fresco su una delle ampie poltrone nel salone che dal mattino alla sera accoglie chi ne ha bisogno. Oggi c’è un certo movimento per la visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini. ma per chi frequenta la Cardinal Ferrari, a parte la curiosità, la tentazione di una fotografia e il desiderio di rivolgere un appello, la priorità restano i servizi per cui sono arrivati qui. «Molte persone non hanno un posto dove stare, così dopo aver trascorso la notte per strada o in un parco vengono qui a riposare, quelle poltrone sono il loro approdo e quando apriamo al mattino li troviamo già fuori in attesa», racconta la signora Maria Teresa Sarati, veterana dell’Opera. Dal 1975 al 1995 ne è stata anche dirigente, oggi, ad onta dell’età e di qualche acciacco, continua il suo lavoro come volontaria e ha scelto anche di abitare in via Boeri. «Qui riceviamo persone — tiene a dire — che anche se povere e in difficoltà hanno diritto a un trattamento degno e certi servizi o accessori che possono sembrare superflui per loro sono fondamentali. Pensate a cosa significhi un trattamento di pedicure quando si vivono giornate per strada con scarpe rimediate o un ombrello quando piove... Ma non sempre abbiamo i soldi per tutto questo».
L’occasione della visita istituzionale riaccende i riflettori su un’iniziativa di solidarietà milanese nata nel 1921 e che, sebbene sia destinataria di donazioni e sostegni di privati e fondazioni, è praticamente a secco di contributi pubblici. «Non più di diecimila euro all’anno — spiega Antonio Sciacchitano — a fronte di un fabbisogno annuo di circa un milione e mezzo». Però le entrate raramente superano gli 800 mila euro. E proprio su questo interviene Stefano Bolognini, assessore regionale alle Politiche sociali che dopo aver pranzato qui a Ferragosto ha accompagnato la visita di Salvini: «Come Regione vogliamo aiutare realtà come queste e da settembre rafforzeremo ulteriormente la collaborazione con chi fa di tutto per essere al fianco dei più deboli combattendo anche lo spreco alimentare».
E mentre l’assessore esorta i dirigenti dell’Opera a partecipare ai prossimi bandi regionali, poco più in là ci sono Khaled e Mahmoud. Entrambi egiziani, entrambi fruitori storici del centro diurno della Cardinal Ferrari. Uno cerca conversazioni «intelligenti» e un documento, l’altro sogna un po’ di colori a olio.