Pertosse e legionella: l’allarme dei medici
Calano i casi di morbillo, sotto controllo l’epatite A. «Ma va tenuta la guardia alta»
Diciotto malati di pertosse nel 2015, più del doppio nei primi sette mesi del 2018. È uno degli elementi che salta all’occhio nel report semestrale sulle malattie infettive dell’Ats di Milano. «Due bambine sono morte negli scorsi mesi nella Bergamasca — dice il responsabile Marino Faccini —. Per questo ricordo che è importante vaccinare le mamme incinte». Sotto la lente anche la legionella. Nel primo semestre del 2017 i casi erano 99, nello stesso periodo del 2018 se ne contano già 162, escluso il boom a Bresso. Calano invece i malati di morbillo «ma l’allerta rimane», e rientra l’epidemia di epatite A esplosa lo scorso anno: meno di 10 contagi al mese.
Il grafico disegna una linea che si inerpica sempre di più verso l’alto. Diciotto malati di pertosse nel 2015, più del doppio nei primi sette mesi del 2018. Casi concentrati nella fascia d’età 6-14 anni. È uno degli elementi che salta all’occhio nel report semestrale dell’Ats di Milano sulle malattie infettive. I dati sono confrontati con l’analogo periodo degli anni precedenti, così da individuare le tendenze e programmare campagne di sensibilizzazione specifiche. Percorso che si sta seguendo, appunto, per la pertosse. «Numeri in risalita — conferma il responsabile Marino Faccini —. Due bambine sono morte nella Bergamasca per questa malattia. È importante vaccinare anche le mamme incinte».
Per i lattanti le complicazioni del contagio posso essere serie. L’Ats suggerisce il siero per i neonati a partire dal terzo mese e per le donne alla 28esima settimana di gravidanza. «Sono già in corso progetti di offerta nei corsi di preparazione al parto e anche i ginecologi sensibilizzano le pazienti» spiega Faccini. Per gli adulti, è bene sottoporsi al richiamo ogni dieci anni. «Così come la malattia, nemmeno il vaccino dà l’immunità perpetua, va ripetuto».
Sotto la lente degli esperti anche la legionella. Se nel primo semestre del 2017 i casi in tutta l’Ats di Milano erano 99, nello stesso lasso di tempo del 2018 se ne contano già 162. Senza comprendere il boom di Bresso, iniziato il 10 luglio e quindi fuori dai calcoli. Il batterio vive in ambienti acquatici tra i 25 e i 45 gradi e si diffonde tramite goccioline d’acqua. Il caldo eccezionale dell’estate potrebbe averne favorito la diffusione. Il monito dell’Ats è di mantenere puliti i soffioni delle docce e i filtri dei rubinetti e di far scorrere l’acqua prima di una doccia o di un bagno caldo. Per Bresso invece, sono ancora in corso le indagini per rintracciare le cause dei 52 casi, di cui cinque morti e il Pirellone sta pensando a un regolamento regionale che imponga alle industrie la periodica sanificazione delle torri di raffreddamento, le principali sospettare del boom di contagi. Oggi esistono linee guida nazionali, ma spesso non sono applicate.
Numeri e grafici registrano anche miglioramenti. Calano i malati di morbillo, ma la situazione «va comunque tenuta sotto controllo». Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità l’Italia è uno dei sette Paesi con più casi. Nel Milanese siamo lontani dal picco dell’estate scorsa (128 malati a giugno 2017), ma «è necessario mantenere l’allerta alta». Rientra invece l’epidemia di epatite A che l’anno scorso era esplosa in Europa e pure in città. La patologia sessualmente trasmissibile aveva colpito in particolar modo la comunità omosessuale. Da inizio 2018 si contano invece meno di 10 contagi al mese ed è anche tornato disponibile il vaccino, le cui scorte si erano momentaneamente esaurite. La task force dell’Ats dal prossimo autunno lavorerà poi per aumentare la copertura di vaccinati contro l’influenza. Di nuovo, particolare attenzione per le mamme. Solo 191 hanno richiesto il siero nella scorsa campagna, mentre l’iniezione è suggerita a tutte per proteggere il nascituro.