Prezzi bloccati e sconti solidali sulle tessere Atm
Da marzo biglietto Atm a 2 euro, vertice di maggioranza. «Sconti sulle tessere in base al reddito»
Sull’aumento a due euro del biglietto Atm il sindaco Beppe Sala proverà a riassorbire la fronda nata all’interno del gruppo dem e per farlo userà due leve: il mantenimento delle attuali tariffe sugli abbonamenti urbani e la possibilità di ulteriori sconti per alcune categorie in base al reddito. Previsto sul tema un vertice di maggioranza a settembre.
Le ragioni del bilancio — la manovra di ritocco del biglietto Atm «vale» da sola 50 milioni di euro — dovranno ascoltare quelle della politica. La trattativa si annuncia complicata. La data non è ancora fissata in agenda, ma a settembre, al ritorno dalla pausa estiva, è ormai certo che il sindaco dovrà incontrare i consiglieri di maggioranza, in testa il gruppo del Pd, per immaginare una soluzione di compromesso sulla vicenda dell’aumento a due euro del ticket per bus e metrò.
Beppe Sala proverà a riassorbire la fronda nata all’interno del gruppo «dem» e per farlo userà due leve: il mantenimento delle attuali tariffe sugli abbonamenti e la possibilità di ulteriori sconti per alcune categorie in base al reddito. In questo caso però, attenzione, si parla solo di residenti milanesi, i più colpiti dal futuro rincaro a due euro. Flippo Barberis, capogruppo del Pd a Palazzo Marino, usa per ora parole di prudenza, in attesa che dalla giunta arrivino i segnali di apertura sperati. Nessuna richiesta formale di un incontro col sindaco, giura lui, che però conferma che il vertice di maggioranza alla ripresa ci sarà sicuramente. «Da quando sono uscite le ipotesi sull’aumento del biglietto, anche noi ci siamo attivati con la Regione e a livello centrale per ottenere le risorse finanziarie che spetterebbero a Milano dalla ripartizione dei fondi per il trasporto pubblico locale», dice Barberis: «Ci sono molti chilometri in più da gestire e negli ultimi dieci anni non c’è stato il minimo adeguamento dei finanziamenti destinati alla città. Nel caso non ci fossero spiragli e ci venisse dimostrato che la manovra è inevitabile, a quel punto la nostra proposta sarebbe quella di salvaguardare gli abbonamenti e tutelare le fasce deboli dell’utenza». Impossibile per ora calcolare le ricaduta della possibile mediazione politica sul fronte della casse comunali, alle prese peraltro con la grana della linea 4, i cui cantieri stanno
Il bilancio
La giunta ha stimato un incasso di 50-60 milioni necessario per coprire i costi M4
sconvolgendo la contabilità di Palazzo Marino. Per ora per la «blu» sono stati spesi 100 milioni di euro e altri 360 sono già in preventivo da qui al 2023: 250 a carico del Comune, 110 dello Stato. Anche per questo, in mancanza di un aiuto in più da governo e Regione, l’aumento del ticket a due euro appare inevitabile.
Servizio di trasporto pubblico ancora più efficiente ma certamente tra i piu cari d’Italia. L’ultimo ritocco (da 1 a 1,50 euro) risale al 2011, giunta Pisapia.
«Esprimiamo tutte le nostre perplessità per un aumento che in generale mal si concilia con l’attuale situazione economica e che è in perfetto contrasto con le fino ad ora virtuose politiche d’incentivazione all’uso dei mezzi pubblici», sono usciti allo scoperto nei giorni scorsi Carlo Monguzzi, Alessandro Giungi e Aldo Ugliano, tutti e tre del Pd. Basteranno il mancato aumento degli abbonamenti e qualche nuovo sconto a pensionati e studenti per far rientrare i mal di pancia a sinistra? L’opposizione «vera», quella di centrodestra, prepara intanto le barricate in aula. «Mi impegnerò a fondo nell’ostruzionismo in aula per bloccare a tutti i costi questa assurdità», dice Silvia Sardone, la pasionaria appena fuoriuscita da Forza Italia: «Piuttosto si faccia qualcosa seriamente contro l’evasione, sui mezzi di superficie la situazione è disastrosa e in metropolitana il salto del tornello è una costante. La sinistra con il secondo aumento in pochi anni dimostra chiaramente di essere brava solo a mettere le mani nelle tasche dei cittadini».