Virus del Nilo: 22 casi nel 2018
Il bilancio della Regione
Secondo un primo bilancio della Regione sul West Nile virus i casi di contagio in Lombardia sono in linea con i numeri degli ultimi anni. Sono state comunque attivate le misure di sorveglianza.
Due contagiati dal West Nile virus. Il primo in via di miglioramento, l’altro ancora sotto osservazione. Con ordine. Rimangono gravi le condizioni del paziente di 74 anni abitante a Pregnana Milanese punto da una zanzara portatrice della malattia: l’uomo, cui il virus ha provocato una encefalite, è stato dimesso dalla rianimazione e si trova nel reparto di malattie infettive di Legnano: ha subito una tracheotomia, perché faticava a respirare quando è arrivato in ospedale. Ora è stabile, i medici gli hanno somministrato un sedativo che lo rende semicosciente. Il pensionato, sottoposto a terapia antibiotica, verrà trasferito entro oggi in neurologia al fine di definire l’eventuale danno neurologico. Resta in prognosi riservata. Sono invece notevolmente migliorate le condizioni del paziente di 56 anni, abitante a Rho, ricoverato al Nuovo ospedale delle Apuane (Massa): sottoposto a terapia antibiotica, verrà dimesso in cinque-sette giorni. «Regione Lombardia ha messo in campo tutte le procedure previste per la sorveglianza e la prevenzione della diffusione del West Nile virus, malattia infettiva trasmessa attraverso la puntura di zanzare infette del genere Culex», dice l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. Dal Pirellone arriva un primo bilancio. Dall’inizio del 2018 sono stati segnalati 22 casi in Lombardia: quattro nel territorio dell’Ats Città metropolitana di Milano, sette nell’area medica Valpadana, cinque a Brescia e due a Pavia, mentre due «positività» sono emerse dal controllo sui donatori di sangue. La prima segnalazione risale al mese di maggio. Poi, una serie di denunce ravvicinate: una a giugno, due a luglio, le restanti in agosto. «Al verificarsi di ogni caso viene richiesto al sindaco di disporre un intervento straordinario di disinfestazione», dicono dalla Regione: «Il numero dei casi registrati nel Milanese — spiega una nota del Pirellone — è in linea con quelli degli ultimi anni: 12 nel 2015, due nel 2016, uno nel 2017 e quattro nell’anno in corso, due a Lodi e altrettanti nel quadrante Ovest della provincia di Milano».
Le Ats hanno inviato a tutti i sindaci del territorio di competenza la circolare regionale che conferma anche per il 2018 la necessità di «disporre un sistema di sorveglianza capace di identificare l’eventuale insorgenza di fenomeni importanti/focolai e quella di intensificare la strategia comunicativa per il contenimento delle zanzare». I Comuni sono stati invitati a mettere in atto azioni incisive di prevenzione rivolte al contrasto e al contenimento delle zanzare (in particolare di quelle del genere Aedes). «L’isolamento virale — conclude Gallera — è riservato a strutture laboratoristiche specialistiche. l laboratori di riferimento in Lombardia sono al San Matteo di Pavia e al Fatebenefratelli-Sacco».